28 MARZO 2012 – Sembra di leggere un giornale di oggi, invece che un libro di cinquanta anni fa, a sfogliare questo “Viaggio in Italia” di Guido Piovene (BALDINI, CASTOLDI, DALAI, 2009), che delle sue novecento pagine molte dedica a Sulmona e al centro-Abruzzo.
E parla dei saloni di barbiere che si affacciavano lungo il Corso. “Oltre alle confetterie vi è un numero stragrande di barbieri per uomo, alcuni con negozi monumentali e tappezzati di specchiere tra cui volteggiano le mosche. Ma in questi duomi di cristallo bisogna spesso attendere, paghi di contemplare la loro bellezza, perchè il padrone ed i garzoni sono andati al caffè. Molto meno vistosi i parrucchieri per signora, per lo più segregati nel primo piano d’uno stabile, quasi ginecei dai quali lo sguardo dev’essere escluso.(…) Le due passioni femminili predominanti sono i profumi e gli ori. Si accentua il gusto dei profumi, osservato già ad Ascoli Piceno, proprio nel nostro Mezzogiorno. Si vendono più profumi quaggiù che nelle regioni ricche, e si scorgono inspiegabilmente esposti in abbondanza profumi francesi di grido. Il gusto dei profumi, mi dicono i negozianti, è divenuto popolare e anche la pastora vi trova il paradiso della sua povertà”.
Di abluzioni marzoline “non consentite dall’igiene durante il freddo dell’inverno” Piovene rinviene traccia nel ciclo di rustici affreschi che a San Pellegrino, vicino Bominaco, “rappresenta le occupazioni dei dodici mesi dell’anno”. E davvero unico è il racconto del modo di fare di un contadino-custode delle due chiese, quindi compresa quella dedicata alla Vergine: egli “segue i visitatori, non accettando mance, solo per imparare dai loro commenti. Uomo privo di studi ha imparato così a discorrere con proprietà di absidi, architravi e amboni”. Già: i contadini e i pastori e il loro rapporto stretto con la natura, insieme ad animali “orientaleggianti, orsi, pecore, lupi”, ancora rappresentati da affreschi e raffiguranti una vita “che forse un giorno sarà estinta, ma non può mutare”.