D’Alfonso si rifugia a Medjugorie

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TROPPI INCASTRI A SULMONA, PREFERISCE SALTARE IL PREMIO CAPOGRASSI

23 APRILE 2016 – Il presidente della giunta regionale, Luciano D’Alfonso, non ha rispettato l’appuntamento preso per il “Premio Capograssi” stamane al teatro “Caniglia”.

Chi lo ha giustificato ha detto che era assorbito da “impegni istituzionali”: non sarebbe potuto rientrare in tempo da Medjugorie, ove si va per il famoso santuario.

Il carattere istituzionale della visita sarebbe tutto da spiegare, mentre nessuno può entrare in merito alle motivazioni personali e spirituali di D’Alfonso, che come si sa ha atteso i risultati della sua elezione in un convento.

Potrebbero esserci anche motivi istituzionali solo se il presidente della giunta regionale stesse tentando l’impossibile per salvare il suo esecutivo; e del resto Romano Prodi pare abbia partecipato ad una seduta spiritica per individuare il covo della Brigate Rosse, prigione di Aldo Moro. Ma il tronco dell’Ulivo, dal quale è rigogliosamente spuntato il PD, non era laico? E, da irriducibili laici, possiamo nutrire il dubbio che a Sulmona D’Alfonso non sa che pesci prendere in una campagna elettorale che vede il suo assessore Gerosolimo schierato contro il PD del presidente stesso e ridurlo così a mal partito da rinunciare a presentare il simbolo, dopo averlo espropriato di alcune componenti con liste di appoggio?

Allora il miracolo è stato proprio cercarsi un impegno che lo tenesse lontano, senza tanti riguardi nemmeno per il presidente della Corte Costituzionale. Non c’è molto tatto in questo, ma vuoi mettere che sollievo evitare di incrociare gli occhi di quelli che nel Pd hanno creduto fino a ieri e se lo sono visto sottrarre nel corso di un rapino a mano armata…

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