E sul gender D’Alfonso sorprende CasaPound

409

IN CONTROTENDENZA IL MESTIERE DELLE OMBRELLINE

14 LUGLIO 2017 – Pur nel panorama di accertato consolidamento delle conquiste di parità tra uomini e donne,

la trovata del presidente della giunta regionale di Sulmona di lasciare che delle ragazze reggessero gli ombrelli per riparare dal sole i relatori di un convegno rischia di costituire l’eccezione planetaria al cammino che culturalmente l’uomo e la donna stanno compiendo. E la reazione spocchiosa del dott. D’Alfonso (riproporsi di sostituire, nella prossima “Fonderia Abruzzo”, quelle ragazze con degli ermafroditi) si colloca in alternativa all’approccio che sul tema “gender” dimostra di avere CasaPound, per solito indicata (da chi non ha neanche l’autorità di pronunciarsi sul punto) come nido di omofobi.

L’accenno alla polemica degli ombrelli tenuti dalle ragazze è venuto proprio durante la presentazione di Adriano Scianca per il  libro che ha appena pubblicato per i tipi di Bietti nella collana “L’Archeometro”: “Contro l’eroticamente corretto”. E’ un libro colmo di riferimenti storici e filosofici (Scianca è laureato in Filosofia alla Sapienza), che certamente per questo non può essere paragonato alla incultura politica di un presidente di Regione frettolosamente proteso a uscire dall’impaccio da lui creato. E’ stato quello di Scianca un accenno di dieci secondi e solo perchè si trovava nella città che ha sopportato quegli ombrelli.

Ma intanto Sulmona è portata come luogo di un non-senso dei giorni nostri: il non-senso di concepire la donna al focolare domestico e solo lì, o in ruoli assolutamente marginali nel lavoro. E quando poi il rappresentante politico, che dovrebbe raccogliere su di sé l’idem sentire di una regione, si avventura nel mettere una pezza perché si accorge che tutto il mondo civile l’ha bollato per quello che è, un ulteriore disastro emerge da quel considerare l’ermafrodito come una soluzione furba per i prossimi convegni.

Eppure c’è modo e modo di trattare le tematiche gender, anche da parte di chi non concepisce e non giustifica la nevrosi che in questo ambito sembra fiorire ogni giorno. E Adriano Scianca è uno di quelli che, dati e riferimenti culturali calibrati in ognuna delle 260 pagine, non condivide proprio la condanna per l’uomo che pretende di fare la pipì in piedi (come se questo significasse sottolineare la differenza) o per l’uomo che sta a gambe larghe seduto sugli autobus (perché anche questo segnerebbe il compiacimento della differenza). Sono due riferimenti testuali alle esperienze reali di questo terzo millennio.

In queste tematiche gender si può entrare con costumatezza (tragico e compassionevole è l’approccio di Teresa De Sio nel suo “L’attentissima”) come hanno fatto i giovani di CasaPound, in una regione che, tranne eccezioni, appunto, ha considerato la donna nel giusto livello. Prima che diventasse presidente Luciano D’Alfonso.

Please follow and like us: