I DISASTRI ECOLOGICI DI DUE PRESIDENTI CHIAMATI DALLA POLITICA

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RETROSCENA DELLA RETE DI SOCCORSO PER GLI ORSI

18 OTTOBRE 2016 – La principale attività di un parco nazionale dovrebbe essere quella di prevenire la morte violenta della fauna, in particolare di quella che costituisce l’immagine stessa del territorio. Quando si conclude una giornata dolorosa come quella odierna, per il fallimento della speranza di salvaguardia di zone d’Abruzzo rare per le loro peculiarità in tutta Europa, non si può non considerare che le crisi maggiori che attraversano il Parco Nazionale d’Abruzzo e il Parco Nazionale della Majella sono quelle per la designazione del presidente. Altro che dibattito sui sistemi di tutela degli animali e, possibilmente, sullo sviluppo delle presenze dell’orso, che è un po’ il biglietto da visita dell’intero Abruzzo montano. A persone senza nessuna preparazione professionale specifica, come gli attuali presidenti dei due Parchi, hanno opposto una qualche resistenza le comunità amministrate: in particolare quando il Ministro dell’Ambiente collocò alla presidente della “Parco Majella” Franco Iezzi (ci fu un vero plebiscito oppositivo). Ma se ne ha traccia (per quanto cospicua) solo sulla “rete”. Si potrà dire che chi non ha mai dimostrato doti da condottiero della politica ambientalistica può maturarle con il tempo, magari a contatto con tecnici, scopiazzando qua e là l’esperienza dei grandi parchi nazionali  del mondo. Se questo è successo per il Parco Majella e per il Parco di Pescasseroli non ce ne siamo accorti. Anzi, abbiamo ricevuto segnali in senso opposto, con l’organizzazione di una festa paesana come “Perla Majella” che per fortuna quest’anno ha saltato una edizione e con l’allestimento di mostre di caciocavalli nell’Abbazia celestina, che non sapremo mai perché è stata concessa ad un Ente del tutto avulso dal contesto storico e monumentale nel quale dovrebbe collocarsi la casa generalizia dell’Ordine fondato da Celestino V.

Insieme, poi, il Presidente del Parco Majella e quello del Parco di Pescasseroli, Iezzi e Carrara, quando collaborano, fanno disastri. Per esempio, hanno lasciato cadere (il primo per netta e proclamata opposizione, arbitraria come la sua collocazione su quella poltrona; il secondo per soporifera disposizione a lasciar cadere anche le provocazioni più intelligenti) la proposta che il Presidente del Parco di Pescasseroli, Rossi, lanciò tre anni fa per una Sulmona capoluogo dei Parchi (questi due, più quello del Gran Sasso-Monti della Laga). Collocati da disegnatori politici nei rispettivi incarichi, l’uno e l’altro sono molto rispettosi nel non guastare i disegni politici raggiunti altrove e del tutto privi di una vera progettualità per il territorio.

Ora, se è vero che potranno ignorare, per bizzarria o quieto vivere, una strategia istituzionale che vola molto più in alto delle loro teste, almeno potranno attrezzare un ambulatorio veterinario in un posto più raggiungibile di Palena dove l’orso investito a Roccaraso è stato portato a morire?

Nella foto del titolo la bardatura dell’acquedotto medievale con le immagini del Parco Nazionale della Majella

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