TRIPUDIO A “PERLA MAJELLA” POCHE ORE DOPO L’AVVELENAMENTO
13 SETTEMBRE 2014 – Intorno ad ogni avvenimento di cronaca c’è la cornice delle reazioni sociali.
Ma quando muore un orso si raggiunge l’apice, come in queste ore, nelle quali il presidente regionale del WWF ha dichiarato in una esitante intervista al TG3: “L’orso marsicano a rischio di estinzione non si può tollerare”. Voleva dire che non si può tollerare l’idea che l’orso marsicano sia a rischio di estinzione. Ma ha espresso esattamente il contrario: facciamo subito fuori l’orso marsicano in via di estinzione, visto che non si può tollerare. I fatti gli stanno dando ragione, dato l’avvelenamento di ieri. E meno male che ha fatto pure il giornalista professionista…
E il direttore della riserva naturale del Gizio, che parla di “collarizzazione” di tutti gli orsi, dove lo mettiamo? Emozionato davanti ai microfoni di Sky Tg24, rischiava che, se sbagliava la seconda vocale, poteva esprimere la giusta indignazione, la… collera di tutti gli orsi fatti bersaglio di vili avvelenamenti.
E’ un ballo strano sulla pelle dell’orso. E il ballo più rappresentativo l’ha allestito proprio chi doveva proteggere l’orso, cioè il Parco Nazionale della Majella. Tripudio nelle ore immediatamente successive alla morte del plantigrado: al cortile di San Francesco (proprio il santo che parlava di un patto tra uomini e fiere; v. “Ultimo dialogo surreale tra un orso e un allevatore”) e anche in strada, lungo Corso Ovidio, comitive in costume dei paesi della Majella hanno fatto faville, proprio come succedeva tre secoli fa quando si spargeva la notizia dell’uccisione di un orso. Solo che quelli che ballavano non sapevano niente dell’avvelenamento dell’orso. Anche perché, come si dice a Roma, non gliene poteva fregare di meno.