17 APRILE 2020 – Nella solitaria processione dell’arcivescovo di Chieti, venerdì scorso, il crocefisso ha riservato una imbarazzante sorpresa: dopo alcune decine di metri dall’inizio del percorso, le braccia si sono staccate dalla croce e il corpo del Redentore si è, così, piegato in avanti, al punto che Bruno Forte ha dovuto rimediare avvolgendo il Cristo e il crocefisso per impedire che l’imbarazzo crescesse con la definitiva deflagrazione del corpo sull’asfalto.
Troppi significati si possono collegare a questo incidente. Ma, purgando la questione da ogni contenuto scaramantico, era proprio necessario fare quel giro in città, se il coronavirus ha privato le processioni della caratteristica più importante che è la partecipazione collettiva?