INGV E UNIVERSITA’ ROMA TRE

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Coincide con le scosse telluriche?Intanto l’Istituto di geofisica e vulcanologia, con l’Università Roma Tre, hanno approntato uno studio sulle connessioni reali tra il gas radon e i movimenti delle rocce. Nella sostanza, i risultati ai quali tale ricerca approda sono chiari anche per l’inclita. Le rocce hanno un contenuto variabile di porosità, quindi di vuoti; dalla compressione delle rocce emana il radon che generalmente si colloca in tali vuoti e può rimanere in stato di quiete, ovvero, in presenza di grandi sollecitazioni, fuoriuscire. Tale emissione può costituire un campanello di allarme, nel senso che può rivelare la prossimità di un ulteriore assestamento o addirittura di una rottura successiva, dalle dimensioni rilevanti. Sotto un profilo strettamente logico, peraltro, può essere individuata una controprova dei movimenti tellurici dalla assenza o dalla improvvisa carenza di radon: infatti, in presenza di forti compressioni, il radon delle rocce può rimanere imprigionato nelle porosità: questo potrebbe significare che l’occlusione sia di preludio ad un nuovo movimento tellurico in quanto la roccia potrebbe non aver raggiunto uno stato di quiete dopo la rottura che ha portato alla formazione di radon: solo quando si formeranno fratture, dalle quale scaturiranno altre vie per i gas, l’emissione di radon aumenterà rispetto al suo valore di fondo. Hanno lavorato allo studio dell’INGV e di Roma Tre, osservando la condotta dei gas alfa, vari ricercatori, che hanno anche predisposto un intervento su “Geophysical reaserch letters”, nel quale riferiscono dell’esame di vari campioni di tufo rosso e scorie  nere della zona vulcanica del lago di Vico, nel Lazio.

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