LA GIUNTA DI PIERINO

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I NOMI DEGLI ASSESSORI SCATENANO LA RIVOLTA NEL PARTITO DEMOCRATICO E LA SEGRETERIA SI DIMETTE

La sede del Pd la mattina delle elezioni regionali: nella bacheca non c’è neppure la foto del candidato a governatore dell’Abruzzo

26 FEBBRAIO 2019 – Il Partito Democratico a Sulmona non ha più una segreteria; ma solo un segretario, Dante. Dopo la formazione della nuova giunta si è dimesso; poi, rincorso da Alessio Di Masci, ci ha ripensato.

Non ci hanno ripensato gli altri componenti della segreteria, pur inseguiti da Bruno Di Masci che ha ripreso a strillare come ai bei tempi, ma non ottiene neanche un decimo di quello che otteneva prima con i suoi adepti, controllati passo per passo. Rispetto a qualche decina di anni fa, Di Masci ha perpetrato un tradimento che allora non era neanche ipotizzabile: quando stava in minoranza nel Partito Socialista e dall’alto del Ministero delle Finanze tuonava Domenico Susi, sottosegretario e parlamentare di lungo corso, Di Masci si faceva piccolo piccolo e non trovava compagni di partito disposti a sposare le sue battaglie ideologiche, fondate più sulla politica che sul clientelismo al quale si orientava quasi tutto il Psi. Questo deve aver inasprito il suo carattere, tanto da dipingere una immagine battagliera che riceveva rispetto (e solo sporadicamente qualche schiaffo in faccia preso per strada per risposte non ortodosse).

Ma dopo l’accordo con Andrea Gerosolimo, che ha contribuito a scegliere gli assessori e che era il nemico da battere secondo la folkloristica esibizione di Di Masci nel comizio in Piazza XX Settembre tre anni fa, l’oleografia del socialista duro e anche (un po’) puro, si è disintegrata e i componenti della segreteria del Pd lo hanno lasciato strillare, ma non hanno ritirato le dimissioni, al punto che pare non si possano svolgere a Sulmona neppure le primarie di marzo.

Si parla di commissariamento del circolo, ma su questo Di Masci può non correre tanti rischi: al famoso comizio in Piazza XX Settembre nella campagna per le amministrative di tre anni fa, non fece neppure salire la senatrice Pezzopane sul palco e la parlamentare fu costretta ad applaudirlo dalla piazza, ai piedi del palco e sostanzialmente in ginocchio. Quando venne l’incaricato del Pd provinciale a riprendersi le chiavi del circolo in Corso Ovidio (che fu marziale sede del Pci ai tempi nei quali si leggevano i risultati come venivano sezione per sezione e si sventolava la falce e il martello, pur grondante del sangue di tante dittature), Di Masci non gliele fece neanche trovare e cominciò un balletto di ordini ed elusioni che proiettò definitivamente il Pd nei bassifondi della derisione, destinazione che meglio non poteva confarsi a chi lo aveva guidato nell’ultimo periodo: Pezzopane, Lolli, Cialente e Legnini.

Da tale incomoda situazione il partito non si è più ripreso e, quindi, l’ipotesi di un commissariamento non scompone nessuno, men che meno Di Masci che pare debba raggiungere un obiettivo in marzo, dopo di che potrà finalmente lasciare il campo ai giovani virgulti del Partito: cioè a nessuno, avendo operato un capolavoro, insieme a Franco La Civita, per devastare il futuro della sinistra a Sulmona.

Così Sulmona si ritrova la giunta di “alto profilo” annunciata da Di Rienzo, che fu anche segretario (nel senso di portaborse) dimasciano: Pierino Fasciani, Mauro Tirimacco e ignoti altri. Questa è la Sinistra. Poi ci sarebbe la Destra, con i rutti della Lega e il federalismo fiscale per trattenere tutte le risorse al Nord, lasciando che il Sud faccia da pattumiera, e per il quale applaudono persone come l’ex sindaco Fabio Federico.

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