LA PROCURA INTERVENGA PER L’AGLIO SULLA TESTA DI OVIDIO

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LO SCEMPIO E’ RIPRESO NEL MANIFESTO DI UN CONVEGNO

5 LUGLIO 2015 – Un “convegno sull’aglio rosso” si terrà il 9 luglio nell’Abbazia di Santo Spirito.

E’ ampiamente pubblicizzata con l’immagine di Publio Ovidio Nasone con una corona di bulbi di aglio.

Allora continuano. L’idea di mettere l’aglio rosso sulla statua di Ovidio in Piazza XX Settembre poteva passare come una goliardata di pessimo gusto e tuttavia estemporanea e destinata ad essere dimenticata qualche giorno dopo. Invece si manifesta come il tassello di una strategia che (pensavamo uno scherzo o un paradosso) è articolata al dichiarato scopo di legare l’immagine e il nome di Ovidio all’aglio. La statua di Ovidio è, dunque, destinata a sorreggere il marketing, per di più con l’abominevole imitazione della corona di alloro trasformata (tragica metamorfosi) in una corona di aglio. Certo dipende da chi non li ha fermati in tempo; da chi non ha preso provvedimenti nel giro di cinque minuti (tanti ne bastano per rimuovere le auto in sosta in Piazza XX Settembre e tanti ne bastavano per rimuovere una corona d’aglio sul capo di uno dei massimi poeti latini). Ma il Sindaco di Sulmona tutto questo fegato forse non ce l’ha, anzi il Comune dà il suo “logo” al manifesto del convegno.

Allora, siccome le categorie vanno ripristinate e dobbiamo prendere atto che quella che sembrava una goliardata serve, invece, a questi personaggi che si autodefiniscono grandi imprenditori e sono soltanto provinciali parolai e pappagalli di concetti che leggono sulle riviste patinate, formuliamo una pubblica denuncia per danneggiamento, ai sensi dell’art. 635  del Codice Penale perché vengano individuati e puniti coloro che hanno realizzato la mascherata immonda in Piazza XX Settembre e coloro che useranno questa immagine anche nel convegno del 9 luglio e in ogni altra occasione, perché beneficeranno di un oggetto del primo reato (quale indubbiamente è l’immagine che gli autori del primo fatto vogliono usare a proprio beneficio) e si renderanno autori di ricettazione.

E il danno è così grave che ricorrono tutti i requisiti perchè  venga immediatamente eseguito un sequestro della immagine che, a prescindere da ogni valutazione che si voglia compiere, costituisce un imbrattamento di un monumento cittadino.

In Italia qualche idiota ogni tanto si lamenta che le Procure della Repubblica sono troppo spesso chiamate a sostituirsi alla “politica” e a varie altre funzioni della vita pubblica:  il caso concreto che oggi si presenta dimostra che la magistratura penale è l’ultimo rimedio prima che soprusi e violenze possano dilagare mentre chi è tenuto a mantenere una città e i suoi monumenti in condizioni di presentabilità  fa un passo indietro e china la testa davanti a facinorosi arroganti. Parlino pure di “logo” e “marchio forte” nei loro convegni e al chiuso di conferenze stampa; l’immagine di un poeta, prima, durante e dopo il bimillenario della sua morte, va tutelata anche se questo richiede l’accertamento di un reato, non solo per quello che è stato fatto, ma anche, in via preventiva, per quello che si intende fare con lo sfruttamento per fini che la ridicolizzano o, quanto meno, la degradano.

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