LE FORZE DELLA NATURA CHE A SULMONA AFFASCINARONO LEONARDO DA VINCI

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IL DISEGNO DEL CAPOLUOGO ABRUZZESE CONSERVATO NEL CASTELLO DI WINDSOR A LONDRA

22 LUGLIO 2014 – E’ conservato nella Royal Library nel castello di Windsor il disegno che Leonardo tratteggiò sul finire dell’estate del 1498, al seguito del mercante milanese  Paolo Trivulzio nel viaggio per approvvigionarsi di coperte di lana a Sulmona.

Ed è “Sulmona sotto un temporale”: purtroppo non riproducibile su un sito internet per i diritti di privativa che non consentono la diffusione delle opere d’arte se non con l’autorizzazione della Corona.

Tuttavia, il temporale di Sulmona accompagna il manoscritto che Vincenzo Franceschelli ha riproposto su una rivista a stampa molti anni fa.

Leonardo fu rapito dalle montagne abruzzesi: disegna anche la Majella e il Gran Sasso visto da Campo Imperatore. Nel manoscritto (v. “Leonardo da Vinci: “Volo cognoscere Solmona”) si premura di raccontare di tutte le precauzioni necessarie contro i briganti e nel “temporale” di Sulmona concentra tutto il turbinio di sensazioni che assalgono il viaggiatore. Del resto è Edward Lear, nell’Ottocento, a tracciare un parallelo tra i luoghi che si attraversano in Abruzzo e l’umore, lo stato dell’animo del viaggiatore. Non più giovanissimo, a quarantasei anni,  Leonardo non solo non si tira indietro al pensiero di viaggiare per un mese per visitare il “paese con tante belle cose a vederse”, ma addirittura sollecita Paolo Trivulzio a portarlo con sé.

Occorre calarsi nella realtà abruzzese di quel tempo, quando Sulmona, già designata da Federico II per ospitare il Giustizierato d’Abruzzo, era la città che non si poteva non visitare passando  tra questi monti, sede di istituzioni prestigiose come la Casa Santa dell’Annunziata e florido polo di produzione di carta, coperte, zafferano. La città che intratteneva rapporti artigianali e commerciali con la Toscana (in buona parte per lo smercio di lane e tessuti dai pascoli degli Altipiani) era stata quasi del tutto ricostruita dopo il terrificante terremoto del settembre 1349 (v. “Un umanista del 1300 racconta come sprofondò la terra” nella sezione ACCADDE IERI di questo sito) e si trovava comunque al centro di una regione fortemente in crescita sotto il profilo economico per i molti scambi, tanto da essere sede di numerose rappresentanze bancarie con le prime “lettere di cambio”.

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