LE ROTONDE SUL MARE DI D’ALFONSO NON HANNO BONGUSTO

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DALLA SPLENDIDA CANZONE ALL'”ELEMENTO IDENTITARIO” DELLA PESCARA DI OGGI

11 OTTOBRE 2015 – Ai tempi di Fred Bongusto la rotonda sul mare evocava emozioni delle focose stagioni estive: periodi troppo brevi per cambiare una vita, ma troppo intensi da non essere collegati ad un ambiente, ad un molo su un tramonto, ad una rotonda, appunto. Bongusto, molisano (nella foto al suo 28° compleanno, quindi nel 1963), aveva una voce eccellente: il resto lo facevano le parole certamente appropriate e selezionate da un italiano ben sperimentato.

Almeno quella canzone non aveva la pretesa di scovare “simboli identitari”, sebbene una storia d’amore non poteva che identificarsi in un luogo, se lì era stata vissuta.

Invece Luciano D’Alfonso, scoprendo l’acqua calda, dice che la rotonda sul lungomare di Pescara è un elemento identitario, sicuro come egli è di non essere smentito da nessuno che volesse collocare vicino a Piazza della Rinascita il Corno Grande, cioè la vetta del Gran Sasso. In definitiva, è stato progettato un cerchio che non si spinge neanche a più di cinquanta metri dall’arenile e si parla di un grande progetto, di una cosa mirabolante.

I “kursaal” erano inscindibili (quasi) da una rotonda sul mare; di rotonde pullulava tutto l’Adriatico e quasi nessuno ne ha più sentito la mancanza quando la moda è passata. Tanto è vero che a ricordarle sta proprio solo quella canzone e qualche matrimonio che ha resistito al tempo e alla scomparsa del… simbolo identitario. E adesso, invece, un cerchietto sulla spiaggia di Pescara fa intervenire il presidente della Regione, che evidentemente si sente ancora nel ruolo di sindaco di Pescara, come accade in politica quando la carica effettiva sembra evaporare sotto il peso di polemiche che non sa gestire (ed è il caso del sindaco Alessandrini).

D’Alfonso abbia almeno il Bongusto di non parlare di rotonde come se fossero idee sue.

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