MA TOTO I 6 MILIARDI LI ELARGISCE O LI ANTICIPA?

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ESILARANTE INTERVISTA (IN GINOCCHIO) ALLA “STRADA DEI PARCHI”

26 LUGLIO 2016 – Con una delle interviste in ginocchio che sono la specialità della casa, il Tg3 Abruzzo ha sentito “il parere di Toto” sulle critiche alla variante della A25, che poi, come si è potuto appurare, è il parere dell’amministratore di “Strada dei Parchi SpA”, cioè di qualcosa che, almeno nominalmente, non è Toto. Dice, questo dott. Ramadori, che la variante da Bussi a Collarmele contribuirebbe a consentire una maggiore velocità di percorrenza, a evitare tutta questa neve che, signora mia, durante l’inverno è sempre così fastidiosa. E, udite udite, il Ramadori, con il microfono prostrato quasi ai piedi (tanto che si abbassa benevolmente per farsi comprendere con il sussurro tipico che era degli Agnelli e degli altri capitani di industria che tanto si sono spesi per il trasporto su gomma), afferma che tutto sarebbe fatto con capitale privato. E dice pure che, sì, è vero, le tariffe saranno aumentate, ma solo del 2%, quando già l’”1,5% è la quota di inflazione programmatica”. Ora, questa “inflazione programmatica” è qualcosa che neppure “Fabbricacultura” oserebbe articolare in una intervista o comunicato; ma, grosso modo, dovrebbe essere “inflazione programmata”. Si tratta sempre di lapsus che sfuggono agli economisti; di quella taglia, poi, e di quella statura…

Cominciamo, comunque, dall’ultimo argomento: per costruire una variante con questa galleria più lunga di quella del Gran Sasso (sotto il Sirente; 12,750 Km a confronto dei 9), Toto guadagna altri 45 anni di concessione dell’autostrada, quindi non paga per altri 45 anni. Dunque, qualche costo a carico della comunità, che si è pagata in trenta anni i costi dell’autostrada e che adesso potrebbe solo guadagnare se incassasse tutti i pedaggi, ci sarà sempre: oppure Toto e “Autostrada dei Parchi” elargiscono? Se elargiscono non hanno che dirlo; se anticipano, non menino per il naso gli utenti e gli Italiani.

Quanto all’argomento intemperie (e, dunque, accumulo di neve,  del resto “fischia il vento, urla la bufera” in Abruzzo) i lupi del Sirente non li abbiamo inventati noi, mentre non si sono sentiti finora i lupi di Cocullo, oppure si sono sentiti, ma quasi miagolano, al confronto. Dice: le gallerie consentono di passare sotto le bufere. E qua in effetti ci possiamo sbagliare noi, perché pare che questo fosse stato l’unico argomento che Lorenzo Natali sfoderò quando tutta l’Europa disse “no” al traforo del Gran Sasso. In sostanza, per proteggere gli automobilisti dai lupi e dalle bufere, pur potendo passare per valli amene e usate fin dai tempi dei Romani nei collegamenti tra Tirreno e Adriatico, il Governo democristiano e infarcito di istanze aquilane decise di costruire questo rifugio dalle bufere che comincia ad Assergi, scombina le falde acquifere di qualche migliaia di ettari e riconsegna il traffico di una strada provinciale nella Valle del Vomano. Ma gli automobilisti sono salvi: vuoi mette a passare per la Marsica, dove non c’è una galleria e soprattutto ci sono i marsicani; oppure per la Valle Peligna, dove non c’è bisogno di una galleria oltre quella di San Cosimo? Del resto, chi non sa che  i problemi della viabilità mondiale si risolveranno solo con il traforo dell’Everest…?

L’ultimo spunto del Ramid’oro (tanto costerà il ramo della A25 come illustrata da “Strada dei Parchi” o Toto non sappiamo chi abbia parlato) riguarda la velocità di percorrenza: si risparmiano 10 minuti, mentre il problema del traffico da tutto l’Abruzzo alla Capitale è il tratto da Lunghezza al Verano, dove si perdono intere mezz’ore. Se dobbiamo usare questa talpa di Toto che, signora mia, è brutto che rimane inoperosa, non è meglio farla scavare sotto quel segmento?

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