SCOMODANDO L’OPPORTUNA GIUSTIZIA NELLE AULE IMPROPRIE

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DMC VORREBBE FARE IL PUNTO E SBAGLIA LA PUNTEGGIATURA SULLA CAUSA DELL’AGLIO

17 GIUGNO 2016 – I produttori di aglio non hanno commentato la decisione del tribunale; ma in compenso è salita in tribuna la DMC, con un comunicato che è uno spasso, almeno a giudicare dal testo che Barbara Delle Monache pubblica su “Centro Abruzzo news” (e conoscendola, riteniamo che l’abbia trasferito sic et simpliciter). Ancora avevamo le vertigini per una chicca di sintassi elargita a piene mani con un comunicato sulla salvaguardia del tribunale di “Fabbricacultura”, che siamo approdati a quest’altra perla, da riprodurre con il “copia e incolla” dal sito on-line: ”Il ricorso – scrive Berghella – era già stato respinto nel dicembre 2015 dal Giudice monocratico per altre motivazioni, con condanna del ricorrente non aveva titolo alcuni per promuovere l’azione, non essendo legittimato a farlo, ha nuovamente respinto il ricorso condannando ancora una volta il ricorrente al pagamento delle spese di lite in favore dei residenti. Per questo – conclude – si chiude una vicenda he non meritava di scomodare le aule di giustizia che è stata impropriamente ed inopportunamente disturbata”. Fin qui il comunicato che “Centro Abruzzo news” ripropone.

 Quando si dice la chiarezza… Ad occhio e croce si capisce che il giudice monocratico aveva visto in un modo e che il collegio ha opinato nel senso opposto, pur escludendo comunque che il singolo cittadino possa impedire l’uso anomalo di una statua, anche se di rilevante contenuto culturale; tanto che la decisione del Collegio è intitolata “Ordinanza di modifica del provvedimento precedente”. Dunque, tutta questa prevedibilità della decisione poteva apparire solo a DMC, magari accompagnata da una più scontata prevedibilità della punteggiatura e della costruzione soggetto-verbo-complemento. Prosa ciceroniana anche nell’ultimo periodo, con quella serie di “scomodi” e “disturbi” che realizzano una stellare tautologia, come la storia dei fieri verbalizzanti che applicarono 400,00 euro di sanzione ai due che andavano in motorino: duecento perché andavano in due in motorino e duecento perché in due in motorino non si può andare.

 Ma, a proposito di legittimazione: che c’entra DMC? E’ stata chiamata in giudizio davanti al tribunale? Ha mai piantato un aglio sulla testa di Ovidio? Tutela il nome di Ovidio al salone internazionale dell’aglio? Oppure queste organizzazioni servono solo da canali per la visibilità e per le prove di punteggiatura di chi deve togliersi qualche sassolino dalla scarpa?

Se è così, non si dovrebbe dimenticare che la più alta personalità in Abruzzo in tema di salvaguardia istituzionale dei Beni culturali, cioè la direttrice del Polo Museale, Lucia Arbace, ha detto la sua sull’aglio coronante il poeta. Ed è qualcosa che va dritta al nocciolo del problema, non certo per questioni di punteggiatura: “l’improvvisazione e la mancanza di adeguate professionalità rischiano di fare gravi danni, invece di procurare benessere”; e al “Consorzio di produttori dell’aglio rosso”, per quello che ha fatto (e che, per renderla nella articolazione sintattica di DMC, è stato portato nelle aule di giustizia scomode, disturbando chi non doveva essere opportunamente disturbato sebbene improprio) non sarà concessa più “alcuna forma di partneriato”. E scusa se è poco.

P.S. Da stamane, domenica, sullo stesso sito appare una versione riveduta e corretta, nella punteggiatura e nei concetti, dello stesso comunicato. Cioè un altro comunicato, tale è la differenza. Se ne possono trarre due ulteriori conclusioni: la prima, che la “DMC”, prima di divulgare un comunicato, se lo dovrebbe far rileggere e correggere e questo non è molto confortante per chi si appresta a celebrare il Bimillenario di Ovidio; la seconda, che a “Centro Abruzzo News”, piuttosto che riportare l'”altra campana”, scrivono un altro comunicato della stessa campana. Quindi, meriterrebbero di essere esplusi anche da tutte le scuole (di giornalismo) della Cina. E comunque, visto che ci si trovano, potrebbero correggere (sebbene a distanza di oltre un anno dalla data di emissione) anche l’altro comunicato, quello di “Fabbricacultura” e sempre della presidente di “Fabbricacultura”, che, in quanto ad anacoluti, non è da meno. Ma forse questo non è proprio il lavoro del giornalista…

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