23 MAGGIO 2013 – Gianni Melilla, deputato di Sinistra Ecologia e Libertà, ha presentato una interrogazione a risposta scritta al Ministro dei Trasporti sul futuro della “tratta ferroviaria abruzzese e molisana Sulmona-Carpinone”, evidenziando che “dopo 117 anni di onorato servizio, con notevoli benefici per tutta la zona interessata, dal punto di vista occupazionale, sociale e turistico, ha cessato la sua attività il 12 dicembre 2011 e da allora è chiusa al traffico ferroviario e le sue stazioni sono state abbandonate”.Melilla sottolinea che: “questa infrastruttura che attraversa i parchi nazionali d’Abruzzo-Lazio-Molise, della Majella-Morrone, la Riserva Regionale del Monte Genzana, il più importante bacino sciistico dell’ Appennino(Roccaraso Rivisindoli Pescocostanzo), collegando le zone interne e montane di due regioni, svolgeva una importante funzione sociale ed economica e poteva diventare il “treno dei parchi nazionali abruzzesi” con notevoli riflessi sulla economia del territorio al pari di altri treni della zona alpina che sono una grande attrattiva turistica” e ancora oggi “un sistema di trasporto sostenibile e non inquinante come quello ferroviario avrebbe una funzione ancora più importante in un’area integralmente tutelata e protetta per la bellezza del suo territorio e la ricchezza del suo patrimonio naturale;la Regione Abruzzo si era dichiara disponibile a inserire questa tratta ferroviaria nei programmi Europei del Fondo per le Aree Sottoutilizzate”;
Melilla, che è stato anche Presidente del Consiglio Regionale abruzzese, chiede al Ministro “se non intenda assumere una iniziativa nei confronti di Trenitalia per rivedere quella decisione e aprire un tavolo di confronto con le Regioni Abruzzo e Molise, gli Enti Locali e Parchi Nazionali interessati per rilanciare la grande idea di un “Treno dei Parchi Nazionali abruzzesi e molisano”.
Melilla, dunque, si interessa un po’ di tutto l’Abruzzo e basta un raffronto con la sen. Stefania Pezzopane per capire il diverso modo di intendere l’attività di parlamentare. Se la Costituzione italiana, quella che inutilmente il PD ha cercato di rivendicare come frutto del suo copyright, stabilisce che i parlamentari rappresentano gli elettori senza vincolo di mandato, Stefania Pezzopane non ha un vincolo di mandato, ma un cordone ombelicale che non intende né recidere, né allentare.
Proprio mentre Melilla parlava di una linea ferroviaria addirittura abruzzese e molisana (tendendo la mano alla regione che per necessità e per affinità deve condividere il destino dell’Abruzzo), la sen. Pezzopane imperiosamente rifaceva le pagelle allo Stato italiano e assegnava il voto in condotta, realizzando l’opposto di quel motto di Kennedy: senza chiedersi quello che potrebbero fare gli aquilani per l’Italia, spiattellava quello che l’Italia potrà fare per i prossimi duemila anni per L’Aquila. Qualcuno dovrà fermare lei e il sindaco Cialente; e dovrà dire ad entrambi che piangere per il terremoto non legittima ad imporre il silenzio a chi il terremoto lo ha subito e ancora non riesce a toglierselo di dosso, come Sulmona, guarda caso.