NELLA LOTTA TRA GOVERNO E REGIONE GLI ABRUZZESI VOLANO COME STRACCI

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STUCCHEVOLE CONTRAPPOSIZIONE DI MARSILIO CHE PER DUE GIORNI PRETENDE DI VESTIRSI DA MASANIELLO

10 DICEMBRE 2020 – Il contrasto tra il presidente della giunta regionale, Marco Marsilio, e il Governo sulla designazione delle restrizioni in Abruzzo (coloritura arancione o rossa) è finito davanti alla magistratura amministrativa, perché Marsilio non ha accolto l’invito dei ministri a revocare l’anticipazione del più elastico regime della “zona arancione”. Marsilio ha anticipato questa classificazione a lunedì 7 dicembre; il Governo pretendeva che si conservasse l’Abruzzo rosso fino ad oggi.

Escluso che lo stesso Marsilio si aspettasse un beneficio effettivo per i commercianti e gli altri pubblici esercenti dalla apertura di due giorni in più; escluso che il governo potesse attendersi benefici effettivi dalle restrizioni per due giorni in più; considerando che entrambe le posizioni non erano volte ad affermare differenze sostanziali, si deve dedurre che la contrapposizione sia stata solo politica. Marsilio di Fratelli d’Italia ha voluto ribadire che le misure del Governo sono inutilmente anelastiche; il Governo non poteva far passare il precedente di un “governatore” che dissente dalla impostazione generale per la valutazione dei dati sui contagi e che, dissentendo, realizza una specie di repubblica regionale nella quale egli è anche arbitro indiscusso della interpretazione delle norme (vincolanti per tutto il restante territorio nazionale) e degli stessi dati pandemici. La frattura, come si vede, è ben più profonda di quella che può formarsi per un dispetto di un partito verso tutti i partiti di governo; ed è una frattura che non ha niente a che fare con il buon senso, secondo il quale due giorni in più o in meno non possono allietare la festa alla popolazione, né possono sollevare i commercianti dal baratro che temono in vista di un Natale senza occasioni di acquisto e di scambi di visite.

Marco Marsilio

Orbene, in questa contrapposizione ci si deve chiedere se l’atteggiamento di Marsilio, sicuramente provocatorio, abbia o meno premiato l’Abruzzo; e se abbia o meno suscitato una occasione in più per un Natale più libero da restrizioni. Certamente no, perché è evidente che ogni iniziativa di Marsilio sarà considerata dal governo per quello che sarà: uno spingersi in direzione ostinata e contraria rispetto agli indirizzi validi per tutta Italia, cioè rispetto alla valutazione delle statistiche su contagi, ricoveri e decessi. L’inutilità delle Regioni era già nota ai tempi della battaglia parlamentare degli ultimi anni Sessanta che poi portò alla loro istituzione. Ora è il caso di valutare anche la pericolosità di queste istituzioni, se sono il trampolino di lancio di tribuni di terzo rango, populisti che accusano altri di essere populisti. Basta leggere il tipo di reazioni che Marsilio ha riservato alla iniziativa del governo di metterlo in guardia contro i pericoli di un passo così grave per comprendere che a Marsilio non stavano a cuore lo sviluppo e la rinascita dell’Abruzzo (non si ottengono con due giorni di apertura dei negozi in più, sebbene sotto periodo natalizio). Egli ha risposto con supponenza e addirittura irrisione (“è un messaggio a metà tra l’intimidatorio e il ridicolo”) ad una elementare prospettazione dei ministri dei rapporti con le regioni e della salute, che parlavano dell’obbligo di risarcimento per coloro che si fossero contagiati nei due giorni di frequentazione delle attività riaperte in aperta violazione delle restrizioni proporzionate al livello di rischio dell’Abruzzo.

Marsilio non è responsabile per il degrado della Sanità in Abruzzo; non è responsabile se continuano a morire (anche in ospedali di altre regioni), cittadini che sono restati due o tre giorni in… deposito nei “pronto soccorso” o addirittura nelle ambulanze. Di questo sono responsabili i governatori che lo hanno preceduto e le forze politiche che li hanno sostenuti. Ma è certamente responsabile per quello che non ha fatto da quando è stato eletto, tipico esempio di personaggio dedito ad altri interessi politici a Roma e catapultato in Abruzzo senza che conoscesse neanche le strade che lo collegano. Ora ambisce a diventare responsabile anche di disastri che normalmente si manifestano ogni volta che (come nella estate scorsa) si sono accantonate le più serie misure di prevenzione per dar spazio alle “esigenze della produzione e del commercio”. Il suo soggiorno in Abruzzo è stato programmato a scadenza breve, per interlocuzioni a livello nazionale tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, che non è riuscita a trovare un proprio rappresentante abruzzese per governare l’Abruzzo, unico precedente in cinquanta anni di governo regionale.

Ed è questo il quadro che conclusivamente emerge da condotte sprezzanti, caratteristiche di chi non ha niente da perdere, né sotto il profilo patrimoniale, né sotto quello strettamente politico.

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