OZIO DEPRECABILE MA MICA TANTO

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LE SCRITTE SCOLPITE SU PIETRA E L’ATTEGGIAMENTO DEI SULMONESI

17 AGOSTO 2023 – L’attuale condizione della città forse dipende dal modo nel quale sono stati trattati i messaggi che i secoli dell’opulenza hanno lasciato. Per esempio, a Vico Odorisio è ancora incastonato un frammento non irrilevante di un proverbio riportato nella Bibbia: esattamente la parte che contrappone due modi di essere: “invece chi persegue l’ozio è sommerso dall’indigenza”. Chi lavora la sua terra sarà saziato di beni (se si può tradurre, più liberamente, il termine panibus).

Questa massima, ovvero questa filosofia è chiara ed è resa ancora più chiaramente dal pregevole “Le iscrizioni della città di Sulmona dal XII al XVI secolo” scritto nel 2015 da Ezio Mattiocco e Pasquale Orsini, primo di cinque… voluminosi volumi che si sono appoggiati, per i secoli successivi, anche a Franco Cavallone, Roberto Carrozzo e Francesco Falocco.

Ma l’aspetto curioso, quasi beffardo, di questo messaggio antico è il suo posizionamento: al contrario, capovolto di 180 gradi, quasi a diminuirne la portata e l’insegnamento, quasi a nasconderli con pudore perché non vengano presi troppo sul serio, pur emanando da un testo sacro: mentre a pochi passi si legge benissimo, in italiano e senza capovolgimenti: “Quanto si fa nel mondo e poi si muore”. Sarà per questo che cittadini e soprattutto amministratori hanno recepito la riflessione che induce  a non darsi troppo da fare?

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