MOSTRA DAL TITOLO SUGGESTIVO ALLA ROTONDA
21 DICEMBRE 2015 – Alla Rotonda di San Francesco il Natale passerà con il suggestivo interrogativo se la Sulmona di un tempo può tornare.
La domanda è contenuta nel titolo di una mostra di oggetti e di immagini, di racconti e di versi.
La risposta è nella logica delle cose. Indietro una città non può mai andare; semmai può trasformarsi e riprendere qualche connotato che l’ha resa felice e prospera. Non è facile, poi, scegliere quale delle molte città che si sono succedute possa tornare: presumibilmente quella di inizio 900, perché le immagini, per esempio, cominciano con quel tempo e ne sono prova le tante, ormai care e identitarie fotografie di Vincenzo Mazara in Piazza XX Settembre, con o senza neve, raccolte e salvate dal naufragio per l’opera paziente di Giuseppe Di Tommaso. Non può tornare la Sulmona del 1300, non solo perché non è rimasta pietra su pietra, ad eccezione dell’acquedotto medievale, l’unico monumento di oggi che deve essere stato visto da Celestino V (nella foto in basso e, nel titolo, con lo sfondo di Santa Chiara); e non soltanto per una questione di opere d’arte, quanto per l’irripetibile contesto geografico nel quale si collocava la città, quando L’Aquila era un timido accorpamento di “ville” e Pescara due onesti e caratteristici villaggi di pescatori, sull’una e sull’altra sponda del fiume, tanto da essere chiamata “Ostia adriatica”.

Ma tutta questa sete di ambientazioni storiche della Sulmona che fu testimonia che è diffusa l’aspirazione a vedere il centro come una piccola, ma funzionale città raccolta nella cinta muraria, dominatrice su un territorio che l’ha eletta centralina di commerci, che non l’ha mai vista pigra come è adesso. Le foto della Sulmona della bella époque valorizzano i negozi e le piccole o grandi attività artigianali: per questo è stata rinnovata anche l’edizione di un calendario pubblicato da una associazione di privati. E i quadri di questa “Se tornasse Sulmona”, con le immagini dei monumenti (anche i più segreti) abbinate a visi di persone, vere e vissute o viventi, rendono una galleria che suscita rare emozioni perchè accompagnata da poesie intense.