TECNICHE DELLA COMUNICAZIONE DEGLI ARCHEOLOGI IN UN CONVEGNO INTERNAZIONALE
19 MAGGIO 2016 – I reperti archeologici del luogo “ove Italia nacque”, cioè di Corfinio, sono accessibili a tutti,
fanno parte di una realtà che può essere raggiunta dal colto e dall’inclita, dal sognatore e dal romanziere, senza nessun filtro. E’ segno di un livello di civiltà che in Italia supera di molto la aneddotica di scempi e di barbarie? Può essere; ma questo è un dato sottolineato oggi nel convegno su “Parchi archeologici: tutela, valorizzazione, gestione di paesaggi e di storie”, avviato a Corfinio, nella sede della BCC di Pratola Peligna, a cento metri da quei reperti accatastati vicino a San Pelino e forse a dieci metri al di sopra dei tanti altri resti romani che nella città della Lega degli Italici attendono solo una salvifica mano che li recuperi e li riporti alla luce del terzo millennio.
Parlano con schiettezza i soprintendenti di tutta Italia in questo simposio dai mille colori, cioè dalle mille esperienze su scavi archeologici: per esempio quelli che si stanno compiendo in un altro centro essenziale alla storia della Romanità, quella Aquileia che appare la più pura espressione dell’arte della maturità, del trapasso della Romanità nella immortalità. Raccontano in termini problematici le loro scelte: tra scavi e allestimenti diacronici (per sottolineare la scansione cronologica presente in tutti i siti) e allestimenti che privilegiano una unica epoca (che poi sono quelli che impediscono di mostrare un magnifico pavimento del primo secolo avanti Cristo, a favore di quello di età augustea).
Si confrontano anche sulle tecniche di comunicazione, cioè sul modo di raggiungere il pubblico, ma non si lasciano andare alle tecniche della facile comunicazione, quella che pretende di sacrificare ogni scavo agli slogan delle campagne pubblicitarie. “Anche su questo “Ove è nata l’Italia” occorre essere cauti – osserva il soprintendente dell’Abruzzo, De Gennaro – perché l’altro giorno mi è capitato di sentire che una persona affermava che Corfinio è stata anche Capitale d’Italia”.
L’estrema sintesi nasconde estremi rischi, primo tra tutti quello di tornare da una gita superficiale con il convincimento che Cavour avesse un loft a Corfinio.
E, se non si indovina il linguaggio, i reperti più accessibili, quelli che stanno accatastati vicino alla “cattedrale” per antonomasia, possono diventare i più inaccessibili, per colpa di cartellonistica piccola o incomprensibile, troppo tecnica, poco illuminata, come ha saggiamente osservato la coordinatrice del convegno, che continuerà domani.
Nella prima foto in alto un gruppo di intervenuti: la prima a destra è la dott.ssa Rosanna Tuteri della Soprintendenza dell’Abruzzo. Più in basso Jean Paul Petit, Conservateur en chef, Department de la Moselle, che ha tenuto tutta la sua relazione in francese; quindi Francesco De Gennaro, Soprintendente dell’Abruzzo dallo scorso ottobre. Da ultimo, un bassorilievo sulla transumanza, esposto di recente nel Palazzo dell’Annunziata in una mostra organizzata dalla Dott.ssa Tuteri ed inaugurata dal dott. De Gennaro.