IL BIMILLENARIO ENTRA NEL VIVO CON IL CONVEGNO DI DOMANI: MONITORARE LO STATO DI SALUTE DEL MITO
2 APRILE 2017 – Questa è la settimana decisiva del Bimillenario ovidiano.
Ma non è detto che quanto gli studiosi porteranno a Sulmona sarà il frutto letterario di questi mesi e di questi anni. E’ da decenni, dagli ultimi decenni del secolo scorso che Publio Ovidio Nasone è monitorato dalle accademie. Quella di questi giorni è solo una sosta, per vedere quanto è stato tracciato e per prevedere (ma è inutile fare previsioni: la fama di Ovidio dal Medioevo sfugge ai pronostici, se ne fa beffa) quale sarà la fama del Sulmonese nel prossimo millennio.
Proprio oggi, del resto, su “Il Sole 24 ore” della domenica, Alessandro Schiesaro si impegna in un compito che molti pigri studiosi hanno invece trascurato: Schiesaro, come nel quadro “Pulsazioni e palpiti” di Teofilo Patini (nella foto del titolo), tocca il polso dell’universo ovidiano per sentire quale sia lo stato di salute delle tematiche e dell’arte (non di Ovidio, ma) degli ispirati da Ovidio. E cita due poeti, Michael Hofmann e James Lasdun “che nel 1994 propongono a un gruppo di colleghi di tradurre passi scelti delle Metamorfosi. Molti accettano di slancio, inclusi i sommi Seamus Heaney e Ted Hughes. L’immediato successo dell’antologia coglie tutti di sorpresa. Hughes si entusiasma (…) trova nei versi di Ovidio una potenza espressiva e una concentrazione di senso che lo scuotono nel profondo. Hughes, con il fiuto del poeta, coglie il tratto distintivo delle Metamorfosi: non l’abilità narrativa, non la fantasia inesauribile, ma il trasporto per le passioni estreme, irrefrenabili, distruttive. Ovidio come Shakespeare, il poeta più amato”. E il grande Hughes, con le sue “Lettere di compleanno”, pubblicate poco prima della sua morte, riprende il modulo dell’idea “ovidiana” dell’ “epistolario poetico suscitato dall’assenza, o meglio da una presenza assente”.
Schiesaro, che sarà tra i relatori del “Convegno” che si aprirà domani, riporta anche altri fondamentali esempi dell’impegno dei letterati nell’ultimo cinquantennio, come quello di Giampiero Rosati, del quale viene ripubblicato il “Narciso e Pigmalione. Illusione e spettacolo nelle Metamorfosi di Ovidio” e così conclude l’intenso saggio di oggi sulla stampa: “Non stupisce che al terzo millennio la rivalutazione della potenza affabulatoria e trasgressiva di Ovidio venga affidata dal secolo di Kafka e Bulgakov, di Freud e Lacan”.