SPERARE L’INSPERABILE; E IL MITO CI AIUTA

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DALLE METAMORFOSI DI OVIDIO LE TRACCE DELLA CONTINUA RINASCITA, ANCHE DALLE CATASTROFI

8 LUGLIO 2016 – Abbiamo ripreso proprio da una citazione di Eraclito il programma di una iniziativa che nasce senza alcun condizionamento dai finanziamenti pubblici: “Se uno non spera l’insperabile, non lo troverà, perché è introvabile e inaccessibile”. Il piccolo sommario che accompagna la scheda tecnica di “Tempeste” (proposto da “Il Vaschione” per il 20 agosto prossimo a Sulmona) è diretto al cuore dei Sulmonesi: “Dalle Metamorfosi di Ovidio scritto e narrato da Sista Bramini – polifonie della tradizione mediterranea e orientale trascritte e interpretate da Camilla Dell’Agnola e Valentina Turrini” (nella foto del titolo Camilla Dell’Agnola e Sista Bramini a Villetta Barrea ripropongono l’episodio di Atteone dalle “Metamorfosi”).

E questo è il percorso che vuole spiegare “Tempeste”: “I miti non sono mai accaduti, ma accadono sempre. Quanto più un mito è antico, tanto più è ricco di futuro perché in esso sono custodite possibilità che ancora aspettano di realizzarsi. Quando la realtà appare senza scopo e senza via, tutti diventiamo vittime. La vita è per sua natura esposta alla catastrofe ch cerchiamo il più possibile di evitare, ma è solo dopo una profonda crisi che si rinasce davvero. In Tempeste sono narrati tre antichi miti che, in modo diverso, parlano di catastrofi e rinascite. In ciascun mito, da una catastrofe rinasce la vita sotto una nuova forma. Il primo, legato all’origine dell’olivo, è il mito della fondazione di Atene e della democrazia. Qui la previsione della catastrofe costringe una comunità a compiere una scelta decisiva per il futuro. Grazie a quella scelta la comunità fonda se stessa.

Il secondo mito è legato alla nascita del vino: questa volta si tratta di una catastrofe sentimentale e la scelta che s’impone nel presente, proprio mentre infuria la tempesta, trasformerà il dolore individuale in un bene comune.

Nel terzo mito a rinascere è il genere umano e la scelta va compiuta a catastrofe avvenuta, in uno spazio vuoto, un deserto in cui tutto sembra ugualmente possibile e impossibile . In questi tre miti sono evocate relazioni inedite tra gli dei, le donne, gli uomini e gli animali, relazioni che ci invitano a ripensarci e immaginarci in modo nuovo, forse per prepararci a un mondo nuovo… Narrazione e polifonie s’intrecciano nel tessuto emotivo e spirituale delle storie e nel rapporto vivo e diretto con il pubblico”.

Lo spettacolo è itinerante in luoghi naturali o in siti archeologici; si svolge al tramonto e dura circa un’ora; è tutto “in acustico”, dunque senza amplificazione.

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