TORNANO I DISCENDENTI DEGLI AUSTRO-UNGARICI
2 MARZO 2016 – Una giornata europea dal sapore profondo quella che offre il 10 marzo l’Archivio di Stato di Sulmona, con inizio alle 9,30 nei locali di Viale Sant’Antonio: la giornata dell’incontro di antichi nemici, gli Austro-ungarici e gli Italiani, nel ricordo di una guerra mondiale che forse non è finita mai, sebbene si sia trasformata, e sia transitata per l’immane catastrofe di appena 22 anni dopo e da questa ancora mutante fino ai conflitti dei giorni nostri, come dice Papa Francesco.
Sarà una giornata che richiamerà a Sulmona l’Ambasciatore della Repubblica Ceca e l’Ambasciatore della Repubblica Slovacca, anche per rendere omaggio al monumento ai caduti austro-ungarici che una città civile eresse per la memoria dei nemici morti (anche) di epidemia nel campo di concentramento di Fonte d’Amore. Ci sarà pure un componente della “Associazione dei Legionari Cecoslovacchi”, Petr Cizeck; e ci sarà una mostra fotografica.
Cento anni sono forse sufficienti per parlare del campo di concentramento di Fonte d’Amore con autorevolezza e obiettività storica (diversamente da come si pretende di fare sulle fasi che lo caratterizzarono l’8 settembre 1943), per immaginarvi una ambientazione come quella che della “Grande guerra” ha ricavato Ermanno Olmi nel suo ultimo “Torneranno i prati” e capire come si sono verificati i tremendi sacrifici, per lo più silenziosi, di tanti giovani europei, di coloro che sono usciti sconfitti, ma anche dei cosiddetti “vincitori” che hanno visto la morte e non le si potevano sottrarre perché il massacro, anche solo un’ora prima della resa, doveva continuare.
C’è da sperare, almeno, che l’Europa degli anziani di oggi sappia rendere un omaggio ai giovani che avrebbero potuto rivitalizzare l’Europa di cento anni fa e si sono uccisi sulle Alpi.