TRIBUNALE – Queste difese portano alla pena di morte

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18 GENNAIO 2012 – La tentazione di battere le strade della forza bruta è ancora molto viva in qualche difensore del tribunale di Sulmona: c’è chi sostiene che bisogna avvisare il prefetto perchè la situazione non è per niente tranquilla; chi dice che bisogna andare sotto Palazzo Chigi a strillare. Pare tramontata l’opzione di bloccare la autostrada.

In un momento nel quale i tassisti

inscenano una manifestazione con migliaia di braccia levate contro il “Palazzo” e con i “botti” portati apposta da Napoli fino a Piazza Colonna per scuotere le notti di ministri, ma anche di poliziotti e gente qualunque, si potrebbe fare la figura di novizie a passeggio per Roma con il naso all’insù davanti a tanta esuberanza. Riconsegnare il certificato nelle mani di Mario Monti (o in quelle del sindaco, più verosimilmente) avrebbe il sapore di un bel gesto di signore di campagna: ma il giorno dopo nemmeno un trafiletto sui giornali. Appoggiare una proposta che allunga l’agonia del tribunale di un anno può piacere a quelli che amano celebrare gli epiloghi.

Siamo insoddisfatti di tutto? Sì: soprattutto della mancanza di idee che abbiano collegamenti con la realtà: e della risposta inappropriata data agli avvocati di Avezzano per unire le forze, visto che il ministro ieri in parlamento ha detto che tanto i tribunali si sopprimono, a meno che non si portino eccezioni che siano basate sui numeri.

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