ULTIME PERNACCHIE DAL CRATERE

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A VITTORITO SINDACI E PRESIDENTE RINGRAZIANO PER LE ELEMOSINE DELLA RICOSTRUZIONE: PER TUTTE LE SCUOLE DI SULMONA QUALCOSA DI PIU’ DELLA RICOSTRUZIONE DI UNA CASA A L’AQUILA

7 SETTEMBRE 2015 – Fiato alle trombe da Vittorito, dove erano riuniti vari sindaci, il vice-presidente della giunta regionale, Giovanni Lolli, il presidente della provincia, De Crescentiis.

L’argomento non era dei più battuti nelle cronache giornalistiche degli ultimi sei anni: la ricostruzione nei comuni non compresi nel “cratere” che, per decreto quasi divino, venendo dall’Aquila si ferma a Popoli, salta dunque Vittorito, Pratola e Sulmona e riprende a Bugnara. Ti aspetti un consesso di scienziati che spiega come e perché i segni del terremoto possano essere così radicalmente diversi da autorizzare una ripartizione tanto rigida dei confini di un “cratere”. E, invece degli scienziati, ti trovi intervistato Giovanni Lolli, che, con i metodi della non-intervista praticati da TG3 Regione, può dire tutto e di più, persino che tutto sommato le popolazioni del non-cratere non sono state tanto sfortunate (lasciando intendere che il resto della… sfortuna l’hanno innestato gli aquilani o chi per loro ha disegnato il cratere). In realtà non si spiegherebbe perché una casa di civile abitazione nel centro di Sulmona possa ottenere 19.000 euro di contributo a fronte del 200.000 richiesti e documentati; non ottenere un euro per il trasloco, a fronte dei 7.000 richiesti (visto che si tratta di duecento metri quadrati di mobili e oggetti vari da traslocare), a fronte di case che a L’Aquila ottengono per la riparazione più del doppio del loro stesso valore, cioè, per esempio, 400.000,00 euro.

Ma la furbizia maggiore sta in quel passaggio di tre secondi tre sul video della lista dei finanziamenti: non abbiamo fatto in tempo, nel servizio del pudico TG3, a scorgere tutte le località di riferimento, ma ci sono Comuni della Valpeligna che hanno ottenuto in tutto per le scuole 650.000 euro, cioè poco più di quanto lo Stato ha buttato nella ricostruzione di quella casa dell’Aquila che valeva la metà; comunque non si va oltre i due milioni di euro per un intero Comune, per riparare edifici che sono a tutti gli effetti, per grandezza, caserme ormai sconquassate dalle onde sismiche.

Questo modo di spernacchiare il centro-Abruzzo avrebbe richiesto una adeguata risposta: ma il presidente della provincia, Antonio De Crescentiis, che nella sua Pratola ha più case puntellate e pericolanti della Calascio abbandonata 60 anni fa, sfodera ottimismo da far invidia alle pallonate di Matteo Renzi. Ci sarebbe voluto qualcuno che, del Pd o extra Pd, rispondesse a Giovanni Lolli per il verso giusto: Ranalli, che ha ancora la scuola più importante della città, il liceo in Piazza XX Settembre, completamente abbandonato e senza neanche una impalcatura che faccia prevedere lavori, avrebbe potuto sbattere i pugni sul tavolo; sempre Ranalli, che ha la scuola più grande della città, il complesso ragionieri e geometri, addirittura traslocato a Pratola Peligna (tra l’altro, è ospitato più che degnamente e potrebbe costituire un inizio per fare una sola città delle due che si scontrano stupidamente da secoli; ma questo lo dicano i sulmonesi e i pratolani, non i furbetti del cratere), avrebbe potuto accapigliarsi con Lolli e De Crescentiis perché anche i duetti con recita a soggetto hanno un limite e poco più di un milione di euro non bastano neppure a rifare le scale delle scuole disastrate dal terremoto a Sulmona. E invece tutti hanno ringraziato tutti. La questione è che, come non esistono più i maestri e i professori che hanno il coraggio di interrogare gli alunni, non esistono neanche più i giornalisti che abbiano animo di intervistare i politici andando un po’ più in là della mera funzione di poggia-microfoni.

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