PUGNO DI FERRO DEL SINDACO DI PIERO? PARE VERO…
30 LUGLIO 2024 – L’assessore Andrea Ramunno, con dieci deleghe a carico, si è dimesso, sostenendo che non avverte fiducia sulla sua persona. Di fatto, la giunta non ha nessuno degli assessori che la componevano dopo le elezioni del 2021 e ora anche le “riserve” sono state sostituite, in un moto perpetuo che non consente di fare programmi e di tirare bilanci.
Poi dice che le ordinanze del sindaco non vengono rispettate… Prendete quella anti-movida. E’ bastato che Andrea Ramunno sia stato protagonista di una serata di “Manaresca”, trascinata fino alla notte e scavallata al di là del fatidico orario che il novello Cenerentolo è stato fulminato e si è trovato senza deleghe. E’ vero, sì, che si è formalmente dimesso, ma l’aria intorno a lui era così irrespirabile da non lasciare scelta. Chi partecipa alla movida contro gli ordini del sindaco è fuori.
Una lettura così semplicistica, basata sul “post hoc, propter hoc” (per Fabbricacultura: dopo di questo, perciò a causa di questo) non può dare il senso delle ultime dimissioni: è solo una battuta goliardica. E’ vero, invece, che c’è tanta insoddisfazione all’interno della giunta e della maggioranza. Dopo gli schiaffi presi sulla legalità (vedi la vicenda delle mense scolastiche e del relativo appalto), dopo i silenzi su Roncisvalle, per una società che ha come revisore il capogruppo del PD, Mimmo Di Benedetto, e ti costruisce una roccaforte al posto di una baracca e la costruisce anche sopra un corso d’acqua e a qualche metro da un fiume; dopo gli sciagurati appoggi del sindaco al Cogesa che doveva abbattere nel suo stesso sistema di gestione (almeno stando alle promesse elettorali), la giunta naviga per arrivare al giorno dopo. Non si sa perché, se il giorno dopo è pieno di guai peggiori e di figuracce da clown del circo. Mettere in condizioni Ramunno di dimettersi può far parte di un disegno più ampio, da collocare sempre nella questua di voti per sostenere le votazioni in consiglio comunale; o di desistenza di Fratelli d’Italia per non rischiare troppo sul filo di lana degli otto pari. Tra poco dovrebbe verificarsi un altro rimescolamento, se bisogna mettere alla presidenza del consiglio comunale uno di Fratelli d’Italia in modo da garantire l’inciucio e collocarsi in dirittura d’arrivo per le elezioni del 2026. Quindi, qualcun altro dovrà andare a fare l’assessore, anche per quei duemila euro al mese che fanno sempre comodo e per i quali un sostegno si può sempre dare.
In questo teatro di battaglia, farsi trovare a schiamazzare oltre l’orario di Cenerentola è davvero da ingenui. Che non si sa che le ordinanze firmate da Di Piero sono tutte rispettate?