Gli avvocati: “Spending review anche per i tribunali”

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20 MAGGIO 2012 – Mancano poche settimane alla revisione definitiva delle circoscrizioni giudiziarie, cioè quella che dovrà apportare riduzioni al numero dei tribunali, dopo il taglio di oltre seicento giudici di pace rispetto agli ottocentoventi in organico. Eppure non tutte le

forze istituzionali che avevano premuto per disboscare la rete di tribunali è oggi ancora d’accordo. Anche il Consiglio Nazionale Forense, che raggruppa duecento consigli degli ordini degli avvocati, qualche giorno fa ha espresso un documento molto critico:

“Il governo ha finora messo mano a questa delicata materia, che riguarda il diritto di accesso alla giustizia dei cittadini, con evidente incapacità progettuale e senza applicare le stesse regole che oggi lo stesso governo richiama come essenziali per la sua azione”, ha rilevato Enrico Merli coordinatore della commissione ad hoc istituita dal Cnf, che ha condotto una attenta analisi dei dati su 48 dei 57 tribunali subprovinciali in odore di soppressione. “Dati peraltro raccolti dalla stessa avvocatura stante il voluto silenzio dell’amministrazione giudiziaria” si legge in un comunicato del Consiglio. Il progetto Cnf evidenzia le contraddizioni in cui è incorso il governo nello stabilire i risparmi attesi dalla riforma (prevista con legge delega dalla legge Stabilità n.148/2011) e sfida l’esecutivo ad applicare al tema la regola della spending review, finora totalmente disattesa. Per il Cnf su questo tema il governo ha finora applicato il criterio della spesa storica, che è spesa “subita”, smentendo sé stesso. “Applicare la spending review significa, invece, avviare un serio controllo di gestione, stabilire fabbisogni standard e dunque costi standard e calcolare anche i costi dell’eventuale soppressione in termini di ulteriori investimenti necessari e riduzione dell’efficienza”.

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