20 GIUGNO 2017 – L’occhio di googlemap ha individuato Publio Ovidio Nasone ed ha indugiato parecchio stamane prima di convincersi che la statua di uno dei maggiori poeti della Romanità fosse contornata dello squallore nel quale versa Piazza XX Settembre, con i muri del Liceo sbrecciati e le piante di erbe spontanee che prorompono dappertutto. Speriamo che almeno quelle siano state sfocate, come le manette per gli arrestati. Del resto negli stessi istanti, dalle edicole Paolo Isotta, musicologo di vaglia, annotava perentorio : “Questo bimillenario di Ovidio lo stiamo buttando via: siamo stati solo capaci di celebrarlo con un convegno di filologi classici”. Ci sarebbe da pensare che un’affermazione del genere fosse sottoscritta dal sindaco Annamaria Casini; ma se sentiamo i commenti alla serie sconcertante di iniziative fatte solo per vivere di vita riflessa rispetto al mito mondiale di Ovidio, annotiamo il compiacimento di come tutto vada al meglio: una autocelebrazione delle celebrazioni ovidiane. Cerchiamo di non essere pessimisti: tra tanta zavorra commerciale sono emersi spunti di rilievo: ma ci vorrebbe una mappa più infallibile di quella di google per discernere il grano dal loglio. E dall’aglio.
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