MA LA MIGLIORE DESTINAZIONE SAREBBE UNA MOSTRA SU QUELLO CHE NON SI FA PER TUTELARE L’ORSO
20 OTTOBRE 2015 – Il Parco Nazionale della Majella vuole un punto d’appoggio in Piazza XX Settembre, a Sulmona e non tollera che non gli venga concesso. Probabilmente sarà inaugurata un’altra tipologia di requisizione o di occupazione d’urgenza senza urgenza, né finalità pubbliche. La riforma del diritto amministrativo secondo il Parco passerebbe su questa singolare procedura: il presidente del Parco telefona 39 volte all’assessore del Comune, dopo di che il Comune è messo in mora e, tramite una lettera divulgata anche ai giornali, viene circondato del biasimo dovuto a chi si oppone o anche solo non asseconda le mire espansionistiche dell’Ente. Il Parco, invece di creare le condizioni perché gli orsi non si avvicinino ai centri abitati e facciano strage di animali, vuole una sede di rappresentanza accanto alla statua di Ovidio. Così, visto che si avvicina il Bimillenario.
E’ Il Messaggero di oggi a riferirci delle “ire di Iezzi” (già incerto quanto a nozioni generali anche quando sta tranquillo…): aveva offerto la propria disponibilità per sviluppare “le attività turistiche di comune interesse”. Il Presidente del Parco avrebbe telefonato 39 volte all’assessore Goti, che non si sarebbe degnato di rispondere. “Dell’argomento – scrive Iezzi con sprezzo dell’Italiano – se ne è occupato (si fa per dire) l’assessore Stefano Goti che ho chiamato ben 39 volte, oltre una serie di sms, il quale manco a dirlo si è ben guardato dal rispondere”.
Non sappiamo se Il Messaggero abbia riportato questo passo della lettera per far dispetto al Presidente o per mostrare come sappia superare anche il prefetto Gabrielli, visto che il costrutto sintattico fa venire il mal di mare: “il quale” si riferisce a un Goti che sta due proposizioni prima, dopo il pantano delle 39 chiamate “oltre una serie di sms” che rimane sospesa a galleggiare da sola. Così si potrebbe incominciare una frase con la famosa “la quale”, al modo dei nemici più irriducibili della lingua italiana.
Ma se la forma è questa, il contenuto non denota spunti migliori: dove mai sta scritto che un Comune deve assecondare le richieste di un altro ente? E dove mai sta scritto che un assessore debba rispondere a una o cento telefonate? Stiamo ancora al punto che un presidente di un ente pubblico, per avere una risposta, non intraprende la stesura di una lettera, magari facendosela correggere da un maestro, per relazionarsi con un altro ente pubblico? E scrive, invece, una lettera che divulga alla stampa, tra l’altro parlando di “maleducazione politica”?
Ai tempi di Franco Iezzi direttore del Nucleo di Sviluppo Industriale si procedeva a occupazioni di urgenza senza far seguire il decreto di esproprio nel termine di legge e il Pretore di Sulmona sanzionò questo comportamento ordinando di restituire il possesso agli sventurati proprietari che avevano fatto ricorso per l’applicazione delle legge. Il dott. Melogli salassò il Consorzio di spese legali (tanto a pagarle non era il direttore). Ora per il Parco, per riprendere Quintiliano che si riferiva alla satira, Piazza XX Settembre “tota nostra est” e, dopo la sagra paesana “Perla Majella”, occorre una sede stabile. Se fossimo negli amministratori comunali, un locale lo allestiremmo, ma per mostrare tutto quello che il Parco non fa nella tutela degli animali e degli orsi in particolare. Così il dott. Iezzi placa le “ire” e torna suonato dopo essere partito per suonare.
Nella foto del titolo l’occupazione di Piazza XX Settembre durante la sagra paesana “Perla Majella”.