STORIE DI ALTRI TEMPI: PIZZOLA CHIEDE DI SAPERE COME E PERCHE’ UNA BARACCA DIVENTI UN PALAZZO E DAL COMUNE GLI RISPONDONO CHE E’ TROPPO COMPLICATO
I ottobre 2023 – L’ing. Franco Raulli interpreta a modo suo e non fa accedere i “Comitati cittadini per l’ambiente” al fascicolo della concessione edilizia di un fabbricato in pieno parco e a dieci metri dal fiume Gizio. Rispondendo alla richiesta di Mario Pizzola, che agiva quale rappresentante dei “Comitati”, ha citato l’”art. 4 del regolamento sull’accesso agli e documenti amministrativi approvato con deliberazione di C.C. n. 97/c del 23.12.2002” che recita: “Non sono ammesse richieste relative ad intere categorie di documenti che comportino lo svolgimento di attività di indagine e di ricerca da parte degli uffici comunali”.
Secondo l’interpretazione dell’ing. Raulli, si dovrebbe pure concludere che l’impiegato del Comune potrebbe respingere la richiesta anche nel caso che il documento non si trovi sulla sua scrivania al momento dell’istanza: pure in tale evenienza, infatti, l’impiegato dovrebbe attivarsi per ricercare, magari nell’armadio dell’altra stanza, i documenti di una pratica. E, del resto, per escludere l’obbligo di una amministrazione che voglia conservare la caratteristica della trasparenza, si potrebbe sofisticare sulla locuzione “intere categorie”: possono essere tutte le licenze rilasciate per la vendita di alcolici; oppure tutte le concessioni per rendere abitabili i sottotetti; oppure tutte i verbali per divieto di sosta.
Invece, è molto difficile far rientrare nelle “categorie intere” gli atti di una sola concessione edilizia (o SCIA, o VIA, o DIA, o mia, o sua) che i “Comitati” hanno ben individuato nella miracolosa trasformazione di una baracca per attrezzi lungo Via Tratturo e a due passi da Santa Maria di Roncisvalle. Proviamo ad indovinare: ci sarà una domanda, corredata (immaginiamo, ma l’esperienza di tanti decenni di amministrazione potrebbe pure escluderlo) un progetto, una rappresentazione dell’”esistente” E ci sarà una risposta o, nessuno può escluderlo, un silenzio dell’amministrazione. Tutto, comunque, si trova in un quarto d’ora; meno ancora se è stato inoltrato telematicamente.
Va bene che stiamo parlando di un sito vicino ad una chiesa medievale; ma non è che solo per questo si debbano riprodurre contesti medievali, nei quali c’erano i sudditi e non i cittadini. Peraltro, proprio su queste colonne abbiamo divulgato quanto fossero considerati più dei cittadini i sudditi di Federico II a Sulmona e in tutto il Regno di Sicilia.
Discostandosi dalla… SCIA di questi comportamenti, il sindaco cerchi la VIA per rispondere in modo trasparente e DIA le informazioni a Pizzola. Dopo tutto si tratta di un fabbricato a un centinaio di metri dal canile infernale e a dieci metri dai vapori gelidi che in inverno mettono in ammollo pure le corazze di medievali guerrieri: non è proprio un attico sulla Quinta Strada ed è anche la conferma che “De gustibus non est disputandum”.