MANCO AI CANI

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I COMITATI PER L’AMBIENTE CHIEDONO CHIARIMENTI AL COMUNE SULLA VILLA IN COSTRUZIONE NELL'”AREA PARCO” LUNGO VIA DEL TRATTURO MA NON LI OTTENGONO – UNA PROPOSTA PER IL PARCO DEL GIZIO E I REUMATISMI DEGLI OSPITI DEL CANILE

11 SETTEMBRE 2023 – La tattica di Gianfracchia Di Piero di evitare qualsiasi presa di posizione che possa incidere sul delicatissimo equilibrio di forze e alleanze per il residuo tempo del suo mandato dà l’urto di nervi a Mario Pizzola e ai suoi Comitati che, nel loro stile, non si danno per vinti dalla mancata risposta ad una precedente segnalazione. “I Comitati cittadini per l’ambiente, dopo aver effettuato l’accesso agli atti, hanno chiesto chiarimenti in merito alla concessione edilizia che ha consentito ad un privato di iniziare la costruzione di una villa su un terreno classificato dal piano regolatore comunale come “parco urbano e territoriale”. Ma l’amministrazione comunale esita a fornire questi chiarimenti. Perchè?”.

In particolare, i “Comitati” (che hanno ripreso con la foto accanto al titolo il corso dei lavori) rimproverano al Comune di non esplicitare quali sarebbero le “normative speciali” in base alle quali proprio il Comune ha scritto che sarebbe consentita una deroga. “Inizialmente su quel terreno c’era una baracca. La baracca era abusiva, ma pare che in seguito sia stata condonata. Con l’entrata in vigore della legge sul superbonus del 110 per cento è stata avanzata richiesta al Comune di demolizione, cambio di destinazione d’uso e ampliamento per la realizzazione di un edificio residenziale. E il Comune ha concesso l’autorizzazione. Ma è la stessa legge regionale, applicata al caso, che sembra escludere espressamente la possibilità dell’intervento edilizio di cui trattasi, dal momento che la suddetta legge non trova applicazione per “edifici situati in aree soggette a vincoli di inedificabilità assoluta dagli atti di pianificazione territoriale” (art. 2, comma 8, della L.R. n. 49 del 2012). Infatti, l’area in cui è in atto la costruzione dell’edificio privato è classificata dal vigente P.R.G. del Comune di Sulmona come “parco urbano e territoriale” e l’art. 3.26 delle Norme Tecniche di Attuazione stabilisce che “in tali zone gli interventi, di esclusivo carattere pubblico, hanno come fine la assoluta salvaguardia e valorizzazione ambientale, ecologica, naturalistica del patrimoni esistente””.

Icastica la conclusione dei Comitati: “Un Comune che agisce per la tutela dell’interesse pubblico dovrebbe essere una casa di vetro. Se non risponde autorizza a pensare che ci sia qualcosa da nascondere. Ma noi non lo vogliamo pensare”.

Sul finire dell’inverno scorso, attratti da due anatre selvaticissime che si librarono in volo dal Gizio subito dopo la cascata sotto la Via dell’Arabona, abbiamo pensato di lanciare l’idea di un “Parco del Gizio”: ci sono tutte le condizioni perché il progetto surclassi il “Parco del Vella” verso il quale il Comune butta centinaia di migliaia di euro e persevera da anni nello scempio. Veramente una perplessità l’avevamo, perché l’ambiente è così umido che ci aveva stretto il cuore l’aver visto, vari anni prima, i cani reclusi nell’ex mattatoio, bersagli di reumatismi e inselvatichiti da giorni e notti passati a bagnomaria. “Ma – avevamo risposto a noi stessi – non ci dovrebbe vivere nessuno, se si valorizza l’ambiente con un ristorante, un museo, il rifacimento di un teatro delle acque, un percorso per giovani e anziani podisti”. Adesso veniamo a sapere che si costruisce una villa sotto (nel senso: più in basso) di Santa Maria di Roncisvalle, onde rabbrividiamo a pensare che qualcuno possa andare a stare a dieci metri dal Gizio (vaporoso di aliti gelidi in inverno) senza essere cane e senza avere la rabbia, ma neanche le catene che costringono a vivere lì. Potrebbe diventare un luogo ovidiano, quale rappresentazione della casa dell’Invidia “nascosta in fondo a una valle, una casa senza mai sole, dove non arriva mai un soffio di vento, triste e zeppa di gelo e di torpore, dove il fuoco manca sempre, sempre abbonda la caligine”, “squallida e gocciolante di nero marciume”.

Comunque, i “Comitati” hanno ragione: non è che se uno ha progetti di vita malsani il Comune li deve assecondare a prescindere dalle regole, perchè quelle regole non sono dettate a tutela della salute degli emuli degli abitanti dei Paesi Bassi. Chi va poi ad abitare a dieci metri dai vapori del Gizio potrebbe portarsi un cane da guardia ed uno da compagnia. E i nostri tormenti nel passare di là ricomincerebbero da capo…

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