IL PUNTO DI INCONTRO DELLA CITTA’ CON IL FLUSSO DELLA VITA E’ ALL’INIZIO DI VIA DELL’ARABONA MA I FINANZIAMENTI VANNO AL PARCO DEL VELLA
22 MARZO 2023 – “Nel segno dell’acqua” è il titolo della mostra che sarà inaugurata stamane alle ore 10 nel Palazzo dell’Annunziata. Le opere sono state realizzate dagli alunni del Liceo artistico “Gentile Mazara” sotto la direzione delle professoresse Claudia Colangelo e Zoraide Palozzo. “L’evento – informa il Comune che ha dato il suo patrocinio insieme alla “SACA”, al Parco nazionale della Majella e alla Regione – ha anche lo scopo di promuovere il patrimonio culturale, storico, artistico della Città di Sulmona, quindi anche un’importante occasione di valorizzazione della propria immagine culturale nonché di promozione delle sue bellezze e peculiarità”.
Alle ore 16,30 all’Abbazia celestiniana si terrà la conferenza del vice-presidente della Regione, Emanuele Imprudente, dell’assessore all’Ambiente del Comune di Sulmona, Catia Di Nisio, di Luciano Di Biase, presidente della SACA e di Lucio Zazzara, presidente del Parco nazionale della Majella.
Il luogo di congiunzione della città con l’acqua è certamente l’ambiente della cascata del Gizio nei pressi dell’ex mattatoio (cartiera dell’Annunziata). E’ un luogo storico proprio perché l’energia del flusso del Gizio consentì l’esercizio di una florida industria cartaria, con annessi altri usi della spinta scaturente dal “salto”. E’ un luogo di grande rilievo culturale, perché è la sedimentazione degli utilizzi dell’acqua nell’arco di quasi un millennio. E’ un luogo storico, perchè direttamente collegato al complesso di Santa Maria di Roncisvalle, che, con l’annesso convento, costituiva una sosta lungo il Tratturo e reca le testimonianze più antiche della “civitas” e un altro punto di incontro con l’acqua nell’abbeveratoio anch’esso restaurato di recente. E’ un luogo di grande impatto e visibilità, perché attraversato da un traffico veicolare che raggiunge una parte di città sviluppatasi negli ultimi quarant’anni ed è collegato a poco più di cinquanta metri alla ferrovia Sulmona-Carpinone.
Per questo, quando si parla della relazione di Sulmona con l’acqua si deve avere in quell’imbocco della Via dell’Arabona il primo riferimento. In termini di investimento, quel luogo non ha avuto una destinazione nell’ultimo cinquantennio, se si esclude il restauro, opportuno e ben realizzato, della chiesa di Santa Maria di Roncisvalle, della quale era crollato pure il tetto e che è un raro esempio di proprietà comunale in un luogo di culto.
Al contrario, il confine ad est della città, cioè il parco fluviale del Vella, ha avuto ricorrenti finanziamenti, dei quali l’ultimo è stato annunciato nei giorni scorsi. Lì scorre il Vella, con nessuna relazione con il Parco, se non la palpabile umidità che ne promana.
Parlare di acqua in un anno nel quale l’emergenza è quella della siccità, significa per Sulmona parlare del suo luogo di incontro con il Gizio. Ma sappiamo tutti come è ridotta quell’area. La presenza di un organo regionale al convengo della Badia potrebbe dare lo spunto, ad amministratori attenti, per fare di quella cascata e di quello che c’è intorno un ambito di rilevanza regionale, se la città da sola non può sostenere il peso di una riqualificazione; se è vero, come certamente è vero, che accanto a quella cascata fanno tappa esempi di anatre quasi fossero le sorgenti del Pescara, peraltro neanche tanto lontane in linea d’aria e, quindi, di volo d’uccello.
La deviazione in ingegneria idraulica è prassi normale: potrebbe riguardare anche il flusso dei finanziamenti da un parco del Vella a un parco del Gizio?

Nella foto del titolo il “salto” del Gizio in corrispondenza dell’ex cartiera dell’Annunziata (mattatoio). E’ anche un manifesto del Vaschione e molti lettori hanno chiesto se non si riferisse al corso di un Parco nazionale. Nelle altre foto le condizioni nelle quali si trova adesso il lavatoio, dove al centro zampilla al sole una parte delle gelidae undae delle quali Sulmona è “uberrimus” (per Fabbricacultura: i nomi di città in latino sono maschili) e il luogo di sosta delle anatre accanto al muro di recinzione dell’ex mattatoio.




