INTERVENTO DI RAFFAELE COLAPIETRA SUI QUATTRO SECOLI DI IPOCRISIA GESUITICA
22 NOVEMBRE 2016 – Intervenendo in un corso di aggiornamento per giornalisti oggi a L’Aquila
e premettendo di considerare “L’Aquila il mio luogo dello spirito”, il prof. Raffaele Colapietra ha formulato un ampio excursus storico ed è giunto ad una analisi dei giorni nostri. Lo studioso ha individuato nelle scelte urbanistiche la possibilità di tracciare un futuro per una città ed ha anche annotato che adesso L’Aquila questo futuro non può averlo, per la carenza di scelte urbanistiche dopo la ricostruzione: “Vado a leggere alla Biblioteca provinciale che si trova a Bazzano e poi debbo andare a fare un’operazione in banca a sedici chilometri, dico sedici chilometri”. Colapietra, ottantacinquenne, autore di una monumentale trattazione dell’Abruzzo citeriore, Abruzzo ulteriore e Molise” (246 pagine nel sesto dei quindici volumi de “La Storia del Mezzogiorno” di Giuseppe Galasso e Rosario Romeo) ha avuto anche parole di circostanziata critica al carattere e all’atteggiamento degli Aquilani, espressione di “quattro secoli di ipocrisia gesuitica”.
Nel recente passato, Colapietra ha scritto e rilasciato interviste sull’assetto dell’Abruzzo e sui connotati abruzzesi di alcuni comprensori regionali rispetto ad altri. Ed ha preso posizione sulla stucchevole iconografia in base alla quale l’Abruzzo debba identificarsi per la terra dei pastori.