IGNORATA DEL TUTTO L’ISTANZA DI ISERNIA PER TRASFERIRSI DI REGIONE – EPPURE NE SCRIVE OGGI SUL CORRIERE MILENA GABANELLI
11 MARZO 2024 – Già all’inizio di febbraio abbiamo dato notizia della petizione che da Isernia era partita per ottenere il ricongiungimento con l’Abruzzo. Poi l’articolo apparve in prima pagina dell’edizione cartacea di questo giornale due settimane fa. Dell’argomento non scrisse nessun altro giornale, né tanto meno un sito di notizie. La legittima istanza della provincia di Isernia è stata del tutto ignorata durante la campagna elettorale per le “Regionali” anche fino all’ultimo minuto, fino all’ultimo comizio.
E questo già segnava la profonda frattura tra la popolazione e i suoi pseudo-rappresentanti, compresi quelli che oggi vanno ad occupare il ruolo di oppositori.
Ma il giornalismo è il giornalismo e stamane, sulla prima pagina del “Corriere della sera”, la petizione da Isernia viene trattata addirittura da Milena Gabanelli, che poi, nell’intera pag. 19 con tanto di grafici e cartine, insieme a Francesco Tortora, propone una serie di dati inoppugnabili, dai quali risulta che il Molise, dalla sua istituzione nel 1963, si è andato spegnendo, in particolare sul fronte dei servizi che non assecondano le esigenze dei cittadini: “ad esempio per l’esame della patente bisogna raggiungere la motorizzazione a Pescara, per il distretto militare si deve andare a Bari“.
Dopo 60 anni, dei 20 uffici che avrebbero dovuto trasferirsi nella nuova regione, solo 9 si sono stabiliti ad Isernia. Ma il dato più allarmante è il calo vertiginoso della popolazione in Molise, con i 418.000 abitanti del 1963 e i 289.294 del 2023. Poi altri indicatori sono tutti in linea con questa rappresentazione della sofferenza: dal reddito netto per abitante, che impallidisce rispetto alle performance dell’Abruzzo, al rapporto tra i costi dell’apparato amministrativo regionale e il gettito fiscale. Non sfugge a Gabanelli e a Tortora una valutazione molto pratica, in ordine anche al simultaneo intento della provincia di Campobasso con il comitato di Montenero di Bisaccia e iniziative nei comuni di Petacciato, Termoli e Campomarino: “Bisognerà poi vedere alla prova dei fatti se la politica locale mollerà l’osso, perché con una popolazione così esigua ogni famiglia ha rapporti diretti con gli amministratori e il clientelismo è più di un rischio”.
Proprio l’ostacolo che incontrò, dieci anni fa, l’iniziativa di trasferire il circondario di Sulmona nella provincia di Pescara. Sono le segreterie provinciali dei partiti che non consentono un diverso disegno del territorio; tanto più lo contrasteranno le segreterie regionali. E infatti né Marsilio, né D’Amico hanno raccolto questa istanza della provincia di Isernia, dimostrandosi entrambi i veri traditori degli interessi degli Abruzzesi.