NON E’ CHE CARAVAGGIO ABBIA DIPINTO PER “FARE SISTEMA”

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LE COMPLICATE ESIGENZE DEL SINDACO DI CELANO E LA VALORIZZAZIONE DELLA CULTURA

30 DICEMBRE 2013 – Il sindaco di Celano, Filippo Piccone, rivolgendo un saluto agli intervenuti alla inaugurazione di una mostra di archeologia nel castello Piccolomini, ha ieri espresso il proprio rammarico perchè le tante visite di turisti nell’arco dell’anno non “fanno sistema” con la realtà locale. E lui come sindaco si dispiace di sapere che sono varie decine le migliaia di visitatori.

Ha riproposto la questione che i turisti debbano essere incentivati a visitare anche il resto del territorio.

Siccome è anche senatore della Repubblica, non dovrebbe dispiacersi troppo, perchè quello è comunque un bene della Repubblica ed è l’Italia che lo propone. Quanto alla aspirazione a “fare sistema”, due sono le alternative: una è il classico pedaggio da far pagare a chi transita (come nel film “Non ci resta che piangere” con Troisi e Benigni, ai quali veniva chiesto comunque un fiorino). Poiché non è molto in linea con la Comunità europea (ma, prima ancora, con la comunità del Regno di Napoli, che in quanto a valorizzazione e fruizione di beni culturali ha dato quattro punti e una scopa agli inglesi e ai francesi, con i primi scavi sistematici di Pompei), bisogna passare all’altra soluzione, che è quella di offrire occasioni tanto interessanti da destare la stessa curiosità che viene dal castello e dalla raccolta di opere d’arte che vi si trova.

Ai Sulmonesi non dispiacerebbe avere una abbazia celestiniana tenuta con la stessa cura riservata al castello Piccolomini di Celano, anche se per andarci non si deve passare per Corso Ovidio e non si deve “fare sistema”. Ma l’abbazia non è stata restaurata neppure per la metà e, in quanto ad opere d’arte, aveva tutte quelle che nei secoli sono state spostate a L’Aquila e là sono rimaste. Potrebbe “fare sistema” collocare la statua di Ercole Curino (“Ercole si riposa” era la mostra intitolata al capolavoro della scuola di Lisippo trovato agli “scavi di Ovidio” negli anni Cinquanta) magari nel grande refettorio dell’abbazia, unico pezzo forte in millenni di storia dell’arte a Sulmona e in Abruzzo e ancora indicato in molte recensioni e richiami in riviste d’arte “la statuetta di Chieti” solo perchè sta al museo archeologico della Civitella.

E ci andrebbe bene anche se nessuno si mettesse a ripetere “un fiorino” qualunque cosa dicessero i turisti che varcano il portone di ingresso.

Nella foto “Narciso” di Michelangelo Merisi detto Caravaggio

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