VABBE’ 800.000 EURO SI POSSONO PURE PAGARE

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SCONCERTANTE RIPENSAMENTO DI SINDACO (E GIUNTA?) SULLA OPPOSIZIONE PER IL COGESA

27 GENNAIO 2024 – Il Comune dell’Aquila non vuole pagare niente di più per il piano di risanamento del Cogesa; e quindi propone opposizione.

La giunta comunale di Sulmona il 18 gennaio scorso ha deliberato (solo assente Elio Accardo) di proporre opposizione e di conferire incarico ad un avvocato; ma entro il lunedì successivo ci ha ripensato. Il risultato è che Sulmona dovrà pagare gli ottocentomila euro previsti da questo “piano”.

Tra le due date (il giovedì e il lunedì) qualcosa è successo: il sindaco è andato allo studio di commercialisti del capogruppo del Pd, Mimmo Di Benedetto, dove lavora anche la moglie del responsabile dell’impianto di Noce Mattei, Margani, dove si è incontrato con il nuovo manager Sposetti e con l’avvocato nominato per l’opposizione.

Dunque non siamo solo in presenza di un sindaco sciatto, sfaticato, deluso dalle mille sconfitte subite in quarant’anni da mediano. Siamo di fronte ad un disorientato; un personaggio che, pur avendo avuto un mandato elettorale, decide la mattina secondo l’aria che tira. Non siamo solo in presenza di un rancoroso che del giornale che lo critica dice che “non lo legge nessuno”; o di un invidioso che non va a teatro a portare la figura di primo cittadino alla presentazione di una grandiosa edizione delle Metamorfosi di Ovidio. Davanti a noi si tratteggia il profilo di chi un sabato mattina, invece del quotidiano giro in bicicletta bardato per non farsi riconoscere (preoccupazione eccessiva, perchè pure quando è andato a votare gli hanno chiesto la carta d’identità) va in uno studio di tal fatta invece di far accomodare nel suo studio al municipio gente convenuta per discutere di problemi dei sulmonesi. Del resto, è lo stesso sindaco che a dicembre 2022 doveva fare fuoco e fiamme contro il bilancio del Cogesa e poi, senza dire niente agli alleati, lo ha votato.

E questo è Gianfranco Di Piero.

Ma gli altri della giunta?

Diranno qualcosa di una loro delibera diventata carta straccia in poche ore? O nelle loro vite sono abituati così: a pensare e decidere una cosa e vederne realizzata un’altra? E non è che si trovano a quel posto proprio perché sono così e servono così a chi ce li ha messi?

C’è un precipizio che si chiama Cogesa e nel quale rischia di finire la città che più avrebbe potuto beneficiare di un impianto non dannoso (se adeguatamente controllato) seppur non produttore di aria alpina. E questa giunta di raccolti la sera prima perché non c’erano altri nomi disponibili che fa? Segue il disorientato? E’ proprio vero che eravamo sull’orlo del burrone, ma abbiamo fatto un passo avanti.

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