BASTA INTENDERSI SUL CONCETTO DI DETRATTORE

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PROBLEMATICA USCITA DELLE ASSESSORE ALLE PARTECIPATE E ALL’AMBIENTE – ANCORA PREVALE LA LOGICA DELLE ELEMOSINE SU QUELLA DELLA DIGNITA’ DI UNA VALLATA INTERA

31 OTTOBRE 2023 – Le assessore comunali alle Partecipate e all’Ambiente,  Katia Di Marzio e Katia Di Nisio, rivolgono una lettera aperta ai sindaci soci del Cogesa per protestare, nella sostanza, in seguito alla revoca del ristoro ambientale che il Cogesa riversa nelle casse di Sulmona e di Pacentro. Sostengono che “Il contributo ambientale è un ristoro per i disagi ambientali patiti dai territori in conseguenza della presenza di un impianto”. A loro avviso “che l’impianto del COGESA, sito in frazione Marane, nel Comune di Sulmona sia un detrattore ambientale non è una novità, anzi diremmo che è un dato inconfutabile. Sono anni che le popolazioni che vivono su quei territori lamentano odori nauseabondi, traffico di mezzi pesanti e temono per la loro salute. Nel 2022 è stata attivata dal Comune di Sulmona una convenzione con l’Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale (ARTA) volta proprio al monitoraggio della qualità dell’aria, monitoraggio ancora in corso e di cui si avranno i risultati per la fine dell’anno. Un accordo che è stato attuato impiegando proprio una parte di quei fondi provenienti dal ristoro ambientale.

“Perché la logica del ristoro ambientale parte proprio dalla considerazione oggettiva che la presenza di un impianto, anche qualora fosse gestito bene, rappresenta comunque una criticità in termini di impatto ambientale e paesaggistico, ed è dunque giusto che il o i territori che lo ospitano siano “compensati” economicamente, anche per mettere in atto interventi e progettazioni che attenuino quegli impatti.

“Tra l’altro questa cancellazione del ristoro ambientale viene in un momento di grande crisi economica e gestionale del COGESA, ed è quindi un modo per fare “cassa”, per cercare, rastrellando un po’ dovunque, di coprire il grande buco economico creato nella gestione della società. E quei soldi nel capitolo “ristoro ambientale” per i Comuni ribelli di Sulmona e Pacentro saranno apparsi come una manna dal cielo, un modo per recuperare qualcosa e per “punire” l’azione di disturbo di chi in questi ultimi due anni ha esercitato, come previsto dalla norma, un controllo assiduo e profondo sulla partecipata. Magari sarebbe stato più giusto ed efficace, anche in termini di politica sulla produzione dei rifiuti, proporre delle tariffe di conferimento molto più”.

“Ci auguriamo pertanto – concludono le assessore –  e sotto questo aspetto vogliamo essere fiduciose, che in un futuro (molto prossimo) questi Sindaci offrano la loro massima disponibilità ad individuare, sui territori di loro competenza, un sito per una nuova discarica, in cui conferire il sovvallo dei rifiuti di tutti e 64 i comuni soci, tenuto conto che l’impianto di Sulmona è ormai in esaurimento”.

Sono cose che capitano ai Comuni quando si riducono al ruolo di pezzenti che elemosinano ostentando le proprie invalidità. Invece di battere i pugni sul tavolo e chiudere definitivamente lo scempio della discarica intasata in prevalenza dai rifiuti dell’Aquila e del suo circondario; invece di regolamentare l’accesso in discarica secondo criteri rigidi; invece di controllare il riversamento da automezzi che vengono dalle zone più disparate del centro-sud d’Italia, ci si focalizza sul “ristoro ambientale”, sulla stessa linea sostenuta dall’”imprenditoria illuminata” per la centrale di spinta della Snam. E’ godibile, e fa al caso concreto, quanto il dott. Carlo Ciufelli racconta nel penultimo numero della “Rivista Abruzzese”, riguardo agli invalidi soccorsi da San Martino di Tours per le loro ferite corporali: si risentono perché li priva del mezzo per chiedere le elemosine.

Il concetto dei “prenditori” illuminati si espande: dai sussidi, sempre elemosinati, per ogni tipo di attività imprenditoriale (che dovrebbe avere nella componente del rischio la sua caratteristica), passano ai sussidi per i siti inquinanti e magari si strapperanno le vesti se un governante illuminista (cioè molto più che illuminato) riterrà di sollevare Sulmona e la Valle Peligna dal ruolo di discarica d’Abruzzo. Premesso che il “detrattore” è “chi sparla di qualcuno per nuocere alla sua reputazione”, secondo il Palazzi, e non è l’impianto che scoraggia l’affluenza di turisti e imprenditori, secondo il linguaggio gergale dei prenditori che leggono riviste patinate e si appiccicano termini tipo “attrattore” e “resilienza” ripetendoli a pappagallo per un paio di anni, è della settimana scorsa la notizia, riportata con grande enfasi, dell’ulteriore “detrattore”: un inceneritore, capace di bruciare 20 mila tonnellate di rifiuti all’anno, per dare lavoro a dodici dipendenti in tutto, ovviamente nel cuore della Valle Peligna. Segue, del resto, la notizia dell’altra centrale a turbo gas sulla quale, almeno, i medici per l’ambiente hanno detto la loro, che dovrebbe essere anche del sindaco. A proposito, Gianfracchia Di Piero manda avanti le assessore perché a lui viene da ridere? Che non si riconoscesse nel principale “detrattore” sulmonese nella accezione imprenditoriale? Noi eravamo rimasti al significato riportato dal Palazzi: e ci stava benissimo, a giudicare da quello che dice del Vaschione (“non lo legge nessuno”; sempre un lettore in più del libro che ha annunciato al consiglio comunale di luglio).

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