INDIGNATA REAZIONE DEL SINDACO DELL’AQUILA AL RINVIO DEL CONSIGLIO REGIONALE, MA CORREGGERA’ IL TIRO PER NON LASCIARE DISOCCUPATO LOLLI
13 AGOSTO 2015 – Se l’interruzione della seduta del Consiglio regionale di ieri manifesta la pratica impossibilità del governatore e della sua (ex) maggioranza di reggere le sorti dell’Abruzzo,
la reazione degli “interna corporis” del Pd, come sempre più spesso accade in questi anni anche a livello nazionale, è a dir poco comica. Cialente, sindaco dell’Aquila, sostiene che è giunto il momento del “tutti a casa”, senza neanche interrogarsi sul limite da dare a quel “tutti”, visto che si tratta comunque di un governo espresso (nella quasi totalità del PD, con piccole integrazioni scalcianti) per il 50,8% dei voti degli aquilani. “Tutti” potrebbe significare anche il sindaco dell’Aquila, che a urne appena aperte si fiondò a Pescara per farsi riprendere, con Giovanni Legnini, a fianco del nuovo vincitore, secondo il costume aquilano dai tempi di Carlo d’Angiò in poi.
“Tutti” potrebbe significare la corte dei Pd aquilani, che, a incominciare da Pezzopane, hanno preteso che il Giovanni Lolli in decadimento elettorale entrasse nella giunta di D’Alfonso, come vice-presidente della Regione per non rimanere disoccupato, addirittura in posizione subordinata alla Sclocco (per via delle quote rosa). Che fa, Cialente, manda a casa anche Lolli, che in Parlamento votò contro la direttiva del Pd su un provvedimento che riguardava la ricostruzione “perché – disse – L’Aquila sta prima di tutto”? Oppure, per rintracciare le responsabilità di quelli da mandare a casa, gli Aquilani seguiranno l’esempio della perimetrazione del cratere sismico nel 2009, tracciato secondo il principio che il terremoto è imprevedibile e, quindi, non c’è da stupirsi se il cratere arriva a Popoli per saltare Sulmona e riprendere a Bugnara? Esclusione per esclusione, si potrebbe arrivare al… quasi tutti a casa. Come si arrivò al “Domani mi dimetto (quasi)” che fece ridere tutta l’Italia, pronunciato da Cialente per almeno due volte e rimasto senza seguito. Per dimostrare che la terza volta farà sul serio, il sindaco dell’Aquila lo griderà anche il giorno prima della scadenza del suo secondo mandato da sindaco, quando a casa ce lo manderà la legge.