UN DRAMMA SU OVIDIO E I FASTI DEL QUIRINALE
10 DICEMBRE 2012 – Sono un po’ spaesati gli attori di una compagnia rumena quando il 25 luglio 1973 arrivano al Quirinale e vengono ricevuti con cortesia squisita dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone, che porge la mano a ciascuno di loro, nel più grande salone della residenza.
Poi, passa appena qualche sera e debbono recitare il dramma degli ultimi giorni di Publio Ovidio Nasone a Tomi. Su quel poeta ruota tutto il gemellaggio che il sindaco Paolo Di Bartolomeo ha voluto e realizzato con tenacia; purtroppo, dopo quarant’anni non se ne parla più. Ma il ricevimento al Quirinale era il sigillo per certificare che l’operazione fu di altissimo livello; conteneva tutti i presupposti per sviluppare il turismo culturale (e internazionale) di Sulmona, proprio nei giorni nei quali si cominciavano ad avvertire, con la carenza della benzina “normale”, i sintomi della più grande crisi energetica del secolo, qualche mese prima, quindi, della guerra del Kippur, e l’Italia vedeva spezzarsi per la prima volta la certezza dell’esodo di inizio agosto.
Nella foto del titolo la rappresentazione nell’agosto 1973 al teatro comunale di Sulmona del dramma di Ovidio a Tomi