FRANCO TASSI INTERVIENE SUL PROGETTO DI TAGLIO DI OLTRE TREMILA PIANTE NELLA PINETA DI VILLETTA BARREA: “LE STRISCE TAGLIAFUOCO” NON SERVONO E RECANO DANNI ALLA CONSERVAZIONE DEI BOSCHI
27 AGOSTO 2023 – La prevenzione degli incendi attraverso il taglio di alberi suscita commenti ironici: “Tagliare alberi per non farli bruciare? Geniale! Sarebbe come estrarre i denti per non farli cariare…” riprende da alcuni osservatori Franco Tassi, che interviene sul progetto di tagliare 3.410 piante nella pineta di Villetta Barrea. Premette che si tratterebbe in realtà di non meno di diecimila pini perché “il taglio di ogni albero determina inevitabilmente l’abbattimento di molte altre piante (cosiddette “sottoposte”)” e aggiunge che questo tipo di prevenzione fatta con le linee “tagliafuoco” era praticata al tempo nel quale per l’accesso in montagna e, quindi, per lo spegnimento degli incendi, erano necessari mezzi anche di notevoli dimensioni, mentre adesso il contrasto alle fiamme si svolge essenzialmente dall’alto, attraverso elicotteri e Canadair. Quanto, poi, al fatto che il fuoco si trasmetterebbe attraverso le chiome degli alberi, le “linee tagliafuoco” (cosiddette “cesse”) non impedirebbero comunque questa propagazione, come ha dimostrato il 4 luglio 2000 l’incendio della pineta di Castelfusano attraversata dalla Via Cristoforo Colombo. Il vento trasmette fiamme e pezzi di brace che immediatamente incendiano anche alberi non contigui.
Ma c’è dell’altro: la pineta di Villetta Barrea è “il più grande nucleo relitto di Pino nero dell’Appennino”. Residui assai minori si trovano sulla Majella, allo Zompo lo Schioppo, nei monti Picentini e nel Massiccio del Pollino-Monti di Orsomarso. “Anche se parte della Pineta è stata in passato oggetto di sfruttamenti e di limitati rimboschimenti ad opera della comunità locale – continua il prof. Franco Tassi – essa costituisce un habitat privilegiato per fauna, flora e biodiversità protette, e un fondamentale presidio di identità, paesaggio, equilibrio ecologico, idrogeologico e climatico”.
Ad avviso di Tassi, che partecipa del “Centro Parchi Internazionale” e che ha tenuto dieci giorni fa una conferenza proprio a Villetta Barrea dopo molti anni di assenza per l’abbandono della direzione del Parco Nazionale d’Abruzzo, “Il “caso Villetta” sta quindi diventando emblematico dell’urgenza di bloccare il folle assalto ai Boschi, che sta minacciando anche gli Ecosistemi nel cuore delle Aree protette, con la piena connivenza di quanti dovrebbero difenderli, a carico dei quali si delineano ora evidenti gravi responsabilità per danno erariale ed ambientale”.