DAL VITUPERATO “STATO LIBERALE” AI RESPINGIMENTI DELLA SINISTRA “DEMOCRATICA”
4 GIUGNO 2016 – C’è un’aria strana nei grandi tribunali, in Italia:
crollo del numero di iscrizioni, aule non più affollate, persino cancellieri cortesi quanto quelli della Corte di Cassazione, che sono abituati a confrontarsi con il gotha degli avvocati e dei magistrati. Con la moltiplicazione per sette del costo delle iscrizioni a ruolo per ogni grado di giudizio (che diventano quattordici volte se un appello viene totalmente rigettato); con il percorso della mediazione obbligatoria che riesce nel 15% dei casi, cioè non serve a mettere d’accordo di litiganti, ma intanto costa; con il protocollo per i ricorsi per cassazione, per farli tutti uguali ed aggiungere ostacoli per sgrossare il numero senza rinunciare agli introiti; insomma, con queste caratteristiche, l’accesso alla giustizia è diventato per pochi e a fare la differenza non sono i principi giuridici, ma i portafogli.
Indubbiamente un risultato non esaltante per le cosiddette forze politiche che si proponevano di garantire la tutela dei valori sociali. A poco più di cento anni dal tramonto dell’epoca liberale, il bilancio per l’accesso alla giustizia conferma che quello Stato si portava verso i cittadini (pur con le difficoltà legate alla diffusione della istruzione), mentre il Partito Democratico, dove è rimasto, ha… aumentato gli scalini.
Nella foto: le scale della Corte di Cassazione non sono più per francescani