17 NOVEMBRE 2022 – Sarà che ci convinciamo solo davanti a prove schiaccianti, ma fino a stamane prima di svegliarci non avevamo fatto caso che Andrea Gerosolimo un anno fa si ritirò dalla competizione elettorale dopo il primo turno solo perchè aveva piazzato un suo uomo, Gianfranco Di Piero, già suo collaboratore esecutivo, sulla poltrona di sindaco e doveva solo tradurre in pratica l’ipotesi (realizzata di lì a poche settimane) di mettere un altro suo uomo, Salvatore Zavarella, a manovrare l’opposizione entrando in Fratelli d’Italia. E l’uno e l’altro stanno preparando il ritorno del capo in grande spolvero: il primo facendoci rimpiangere Anna Maria Casini, che al suo confronto infiammava i cuori (tanto che si sprigionò un incendio biblico sul Morrone); l’altro addirittura assurgendo a modello da imitare come per il volontariato, al quale si è dedicato, da ri-copione, Di Piero in persona.
Prova del nove di questa ipotesi è che, a meno di quindici giorni dall’udienza per i molteplici illeciti penali attribuiti dal PM all’amministratore unico nel suo genere del Cogesa, nonchè al direttore, il Comune ancora non si costituisce parte civile e la minoranza non ha ancora nulla da dire su questo scempio nei confronti della cittadinanza. Sembra che una presenza del massimo ente cittadino in un processo che riguarda la società partecipata più grande di tutto il circondario debba essere scongiurata. Neanche fosse stata una roccaforte di Gerosolimo…