TACCIONO I FRATELLI D’ITALIA SULLA BRETELLA DI SAN RUFINO PER RISPETTARE GLI ORDINI CHE VENGONO DALL’ALTO COME HANNO GIA’ FATTO PER I RIFIUTI E LA CENTRALE DI SPINTA DEL GAS – UN RAFFRONTO TRA LA CRONACA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 1878 E UN PROBABILE RESOCONTO DEI GIORNI NOSTRI
17 NOVEMBRE 2022 – Alle anime candide che s’imbarazzano a leggere i toni con i quali abbiamo sottolineato l’inerzia del sindaco Di Piero sul fronte dei collegamenti ferroviari rispondiamo semplicemente che il pesce puzza dalla testa; ma questo non toglie che si debba valutare anche la condotta della cosiddetta opposizione, muta come il “primo” (si dice per convenzione) cittadino. Se Di Piero è stato un peluche per un anno, migliori non sono stati Vittorio Masci e Salvatore Zavarella (quest’ultimo, addirittura, per realizzare il grande programma del silenzio si è pure spostato da Gerosolimo che l’aveva fatto eleggere) e in buona parte anche Antonietta La Porta, che, almeno, ha la giustificazione di doversi occupare di consiglio regionale e ha promosso atti rilevantissimi come l’eliminazione dei pedaggi autostradali, sul modello della Salerno-Reggio Calabria (invece delle chiacchiere dei sindaci che vanno ai caselli in fascia tricolore).
A parte le tapirate in Consiglio comunale, questa opposizione tiene bandone alla indecorosa politica di Di Piero di allontanare l’esame (non diciamo la soluzione) dei problemi. E lo lascia dormire sonni apparentemente tranquilli: rinviare i problemi, infatti, li aggrava soltanto.
Proviamo a riscrivere quello che Francesco Sardi de Letto annotava sulle fasi del Consiglio comunale centocinquat’anni fa e cambiamo solo i nomi (la versione originale è nell’articolo sulla stazioncina di San Rufino: “Il consigliere comunale avv. Vittorio Masci interpretando il circolante dubbio cittadino, chiese alla Giunta (Sindaco: Gianfranco Di Piero) se rispondeva a verità la notizia che si propalava, secondo la quale era stata decisa la inaugurazione dei lavori per la bretella di San Rufino. Il Sindaco interpellò il Deputato Gabriella Di Girolamo, la quale rassicurò tutti – lei fervida sostenitrice dei nostri civici problemi – che l’opera sarebbe stata subito sospesa. Così pure confermarono il Direttore della ferrovia, cav. Maurizio Gentile” (Sardi de Letto, La Città di Sulmona, VI vol. pag. 84). Non guasta ricordare quanto politici e sulmonesi tenessero a mantenere caldo il tema della ferrovia: “Nel Consiglio Comunale, riunitosi d’urgenza il 16 novembre 2022, dopo le rassicuranti parole del Sindaco, si deliberò “che ritenendo che la costruzione della ferrovia Roma-Sulmona, mentre giova potentemente agli interessi generali del Paese, apre alla Città nostra un vasto e splendido avvenire, dando reciproco impulso alle industrie e commercio, e offrendo così il mezzo di utilizzare le abbondanti risorse che quella Valle possiede”, d’invitare il Governo a sollecitare la sospensione della bretella di San Rufino ed a ringraziare l’on. Di Girolamo, alla quale, nella seduta del I° settembre dello stesso anno, venne solennemente conferita la cittadinanza sulmonese (repetita iuvant; n.d.r.), come pure fu conferita al Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini e nella seduta dell’11 ottobre, ancora una volta sollecitò l’adempimento dei lavori per la galleria da Anversa a Celano, e, nello stesso tempo, insistette presso la Deputazione Provinciale per la rapida bitumazione delle strade ordinarie di Scanno e Campo di Giove”.
Ora, ve lo immaginate un Di Piero che si distoglie dall’ultima orazione funebre e interessa ministri e deputati per impedire la costruzione della bretella di San Rufino? Non lo potete immaginare, perché Di Piero è andato fisicamente all’inaugurazione dei lavori della bretella e non già per prendere a pomodori in faccia Marsilio; neppure per farsi scudo umano contro le ruspe.
Dunque, non siamo stati teneri con il sindaco attuale e non siamo minimamente pentiti.
Ma, se andiamo a guardare nei ranghi dell’opposizione, riscontriamo una partecipazione uguale a zero sul tema della bretella. Vittorio Masci, che è intervenuto in Consiglio comunale per lanciare strali sulla tassa di soggiorno ponendo quesiti da “L’esperto risponde” del Sole 24 ore per sapere se un avvocato può dedurre 2 euro in una parcella da 50.000 euro (abbondiamo per rendere l’idea), oppure per affibbiare la definizione di “gente modesta” a certi iscritti all’Università della Libera età, su questo argomento è muto come un pesce. E ne ha ben donde, visto che Marsilio è del suo stesso partito. E’ una condotta in perfetta sintonia con il silenzio serbato per i rifiuti che dai Fratelli d’Italia dell’Aquila vengono scaricati a Sulmona; o per la centrale della Snam, che ha ricevuto la benedizione dello stesso Marsilio e sulla quale, quindi, non sono consentiti dissensi, in un partito che, in quanto a libertà di espressione, crede molto di più all’”obbedire” che al “combattere” o anche solo “studiare” e soprattutto “servire” gli amministrati. Del resto, la fedeltà al di sopra degli interessi della città premia molto in quel partito, come ben sa Mariella Iommi che, da vice-sindaco, ha piantato tutti in asso non appena ha ottenuto un incarico per un organismo regionale. Non è da escludere che i volontari di Salvatore Zavarella (nella foto del titolo) prendano badili e cazzuole per costruire la stazioncina di San Rufino. Tutta questa bella gente è opposizione di chi? E’ la coscienza critica di quale consiglio comunale?
Ci spieghiamo, adesso, perché la Valle Peligna è diventata terra di nessuno?