L’ABATE DOMENICO CHE PENSAVA PIU’ AGLI UOMINI CHE AI SERPENTI

424

GIUSTA RICOLLOCAZIONE DEL SANTO DI COCULLO

29 MARZO 2012 – E’ stato strapazzato con lo spostamento della sua festa dal primo giovedì di maggio al I maggio: ma San Domenico di Cocullo trascinerà con sé i molti fedeli e i moltissimi turisti che lo conoscono come l’uomo che placa i serpenti, o almeno come il protettore che lenisce le ancestrali paure per quei rettili. Già nei giorni feriali la sua festa riusciva ad intasare la autostrada per Roma, perchè quella storia delle bisce che contornavano la sua statua dava i brividi, per la carica di curiosità e di terrore che è alla base della riuscita di ogni spettacolo pubblico. Ora che la messa e la processione si svolgeranno in una festa civile mondiale, come quella del lavoro, forse il successo sarà ancora più grande: sempre che non si preferisca il concerto di Piazza San Giovanni.

Eppure San Domenico non si può legare solo a quella leggenda dei serpenti: è stato molto di più ed ha fatto molto di più per aiutare gli altri, anche in quell’eremitaggio a Villalago. Come per San Pietro Celestino con la popolazione pratolana (ne racconta Silone), occorrono molto scrupolo e molta passione per scoprire e divulgare i segreti di una vita arricchita di piccoli contatti quotidiani, talvolta di fugaci incontri uno al mese.

Insomma, bisogna ricomporre la personalità di un santo nella sua interezza. E ci proveranno sabato alle 16,30, nella sala consiliare di Cocullo, vari conoscitori di cose sacre e profane, per presentare il volume “San Domenico Abate di Sora e Cocullo” di Giuseppe Profeta. Tra gli altri, interverranno il sindaco Nicola Risio e Lia Giancristofaro, che sulle tradizioni popolari abruzzesi va conducendo da anni una paziente e colta ricerca. Sarà inaugurata anche una mostra erpetologia.

Please follow and like us: