MENTRE TUTTI PARLANO DELLE PRIMARIE PER IL PREMIER
23 NOVEMBRE 2012 – Teresa Nannarone mette in conto che lo smarrimento dei cittadini verso le forze politiche possa essere a Sulmona “ancora maggiore che nel resto d’Italia”.
E’ un passaggio di una dichiarazione che ha rilasciato a due giorni dalle primarie del centro-sinistra. Vice segretaria del PD di Sulmona e assessore alla Provincia fino all’ultima tornata elettorale, l’avv. Nannarone è consapevole che “dovranno essere i cittadini e non i partiti, o peggio pezzi di essi, a decidere, attraverso le primarie, chi dovrà candidarsi a sindaco del centrosinistra”. “Diversamente – annota l’avv. Nannarone – si rischia che Sulmona peggiori la sua condizione di città divisa, impoverita ed isolata, in cui prevarranno ancora i personalismi anziché la necessaria ripresa economica e sociale”.
E’ significativo che l’attenzione della vice-segretaria del PD si concentri non tanto sulle scelte che riguardano la strategia nazionale, quanto sul profilo di un candidato locale. Si introduce, così, un argomento sul quale finora si è sorvolato, tanto nel centro-sinistra che negli altri partiti impropriamente catalogati “di destra”: al precetto secondo il quale chi viene indicato per primo viene anche bruciato subito, si aggiunge in queste settimane quello di non uscire allo scoperto fino a quando non si saprà chi e come si presenterà nelle posizioni più aggressive dell’antagonismo. Il fardello che si portano le forze politiche tradizionali (comprese quelle che si sono generate negli ultimi anni sulle ceneri del grande fuoco della Prima repubblica) rischia di essere così pesante da provocare una catena di reazioni dirompenti: anche perchè ormai neanche le inchieste della magistratura riescono a staccare le sanguisughe della politica dalle loro prede. Prudenzialmente è stata sospesa l’idiota campagna pubblicitaria secondo la quale pagare più tasse significa aumentare i servizi. Pagare più tasse, come ha riferito un imprenditore alla puntata di “Annozero” ieri sera, significa sottrarre risorse e consegnare le imprese al cappio delle banche, ai condizionamenti che dalle banche vengono agli imprenditori, di fatto irrigidendoli in una specie di tutela.
Per fortuna questa verità viene assorbita lentamente pure a sinistra, anche perchè molti imprenditori seri sono di sinistra, ormai. L’imprenditoria asseritamente di destra si è arroccata a difendere solo le posizioni di Berlusconi e a consentirgli di salvare le sue imprese.
Ma intanto l’attesa per scoprire quali volti avranno i “marziani” della protesta radicale e non conciliante (cioè i grillini e non solo quelli) lascia una atmosfera di sospensione, nella quale nessuno vuole sporgersi, nemmeno il sindaco.