L’ELENCO DEI FALLITI CHE DOVEVANO BLOCCARE L’INCENDIO
24 AGOSTO 2017 – Ore 18 di domenica 20 agosto 2017.
Le fiamme incominciano ad assumere la consistenza di un vero incendio incontrollabile. E questa riportata nella foto è la presenza dello Stato, della Regione e degli organi della Protezione civile comunale alle Marane, dietro la chiesa di San Giuseppe. Più o meno i mezzi che servono per spegnere un pollaio. Nessuno a vedere se si potessero rinvenire le tracce degli inneschi, nessuno a individuare sentieri lungo i quali portare operai o volontari per sbarrare il fuoco in caso di evoluzione macroscopica delle fiamme portate dal vento, come poi si è verificato. Una vergogna dopo l’altra segna il sentiero delle inettitudini di :
Luciano D’Alfonso, presidente della Regione Abruzzo, che va in giro con la maglia della protezione civile quando si tratta di divulgare le proposte di finanziamento per il terremoto;
Mario Mazzocca, sottosegretario regionale con delega alla protezione civile, che va in giro nella Piazza di Caramanico con la maglietta della Protezione civile e che mentre scriviamo starà predisponendo gli interventi per salvare la sua Valle dell’Orfento, magari con i Canadair che hanno finito la manutenzione;
Andrea Gerosolimo, assessore regionale per le aree interne, che si fa sentire il giorno dopo per esprimere la convinzione che bisogna mettere mano al rimboschimento anche in deroga alle norme ordinarie (molto inquietante questa affermazione a meno di 24 ore dall’incendio e prima che le fiamme si manifestassero in tutta la loro portata, martedì e oggi…);
Anna Maria Casini, sindaco di Sulmona, che rimane al mare fino a martedì sera e poi viene per dire che l’aria di notte è irrespirabile e occorre tenere chiuse le finestre;
Franco Iezzi, presidente del Parco Nazionale Morrone-Majella, che mercoledì all’ossequiante giornalista del TG3 dirà che ha imparato la lezione dell’incendio;
Paola Pelino, senatrice eletta a Sulmona, che sostenne la candidatura di Iezzi al Parco e che forse alle Marane non può arrivare perchè la Mercedes s’è ripresa l’auto che non pagava, figuriamoci se può mandare un Canadair;
Stefania Pezzopane, che è venuta in sandali alle Marane per recitare un attacco di isteria, ma le interrogazioni se le tiene per gli incendi di sterpaglie sul Gran Sasso.
Una risata li sommergerà, almeno quella delle persone per bene, mentre i lacchè, che hanno avuto posti di lavoro, cariche e finanziamenti, continueranno a gridare al populismo ogni volta che i cittadini avranno il coraggio di dire quello che sono questi personaggi: falliti.