D’ALFONSO: “E’ CERTO CHE IL PRESIDENTE E’ SCADUTO, IL TEMPO DIRA’ ANCHE SE ERA SCADENTE”
31 AGOSTO 2017 – Ad una domanda sull’incendio del Morrone e la presidenza del Parco Nazionale della Majella, il presidente della giunta regionale ha risposto: Il Presidente del Parco è scaduto e presto indicheremo un altro nominativo, si tratterà di persona proveniente dal territorio e con un profilo molto chiaro, non dovrà essere persona “allergica” alla cultura della manutenzione del sottobosco che qui, come è successo, può fungere da “benzina” per il diffondersi degli incendi”. Ed ha aggiunto : “E’ un fatto che il presidente del parco della Maiella è scaduto. Il tempo dirà, eventualmente, se era anche scadente”.
D’Alfonso fischia la fine anche dei supplementari per Franco Iezzi e lo manda, finalmente, in panchina ai giardini pubblici, come auspicato da questo giornale e da molte persone che hanno a cuore la tutela dell’ambiente in Abruzzo. Tempo ce ne ha messo per capirlo, ma non è mai troppo tardi, come diceva il maestro Manzi. Ora si comprende anche perché Iezzi ha convocato una conferenza stampa per chiedersi, in apertura, come sarebbero andate le cose a Rigopiano se si fossero usate le attrezzature che, come un piazzista, illustrava avendole poggiate su un tavolo e incespicando sul NATOM; era una sottile vendetta contro D’Alfonso dal quale sapeva che stava per scoccare il fulmine? Può darsi.
Ma chi sa leggere gli avvenimenti con un minimo di intelligenza, sa adesso rispondersi anche all’interrogativo sul perchè Iezzi è stata l’unica persona che nel giro di cinque giorni il TG3 regionale ha intervistato in diretta e in ginocchio. Nella seconda intervista, ieri pomeriggio, guarda caso gli è stata posta la domanda su quale incidenza abbia avuto nell’espansione dell’incendio la manutenzione del sottobosco, che è una contestazione da parte di D’Alfonso all’operato di Iezzi; così l’intervistatrice ha dato (secondo la tradizione dei giornalisti reggi-microfono) l’assist, al presidente in via di defenestrazione, di rispondere: “Minima”.
Si prepara a rispondere alle accuse che gli vengono lanciate da tutte le persone sensate. Ma ha perso la trebisonda ed il controllo di sé, perché a rinunciare al Parco e a sedersi in panchina non è disposto. Mette adrenalina nel dimenarsi con l’arpionata precisa di D’Alfonso e nella conferenza stampa ha fatto la figura del sen. Razzi di Crozza. Ma anche nella seconda intervista a comando al TG3 era stravolto e ha parlato dell’estensione della superficie del Parco in “84.000 euro”, poi correggendosi in ettari.
Un brutto viale del tramonto, per chi non ha avuto neanche un “meriggiare pallido e assorto”, di montaliana memoria. E’ pallido, ma non è assolto.