14 novembre 2011 – Contro il rischio reale della realizzazione di una “piattaforma per lo smaltimento dei rifiuti” in Valle Peligna prendono posizione i “Comitati cittadini per l’ambiente”, che “denunciano pubblicamente le modalità totalmente antidemocratiche con cui è stata gestita la questione dei fondi FAS. Le scelte sono state finora compiute da pochi politici che, in modo trasversale, si sono arrogati il diritto di decidere per tutti, senza alcuna trasparenza e senza promuovere nessuna partecipazione, non solo delle forze sociali e delle diverse componenti delle società civile, ma neppure dei Consigli comunali di Sulmona e degli altri centri del comprensorio peligno. Per quanto attiene al merito del problema i comitati ritengono che le proposte di impiego dei fondi (sempre che esse siano ancora possibili) devono essere in sintonia con la vocazione del nostro territorio. Perciò considerano completamente estranea, sbagliata ed inaccettabile l’idea della Regione di realizzare a Sulmona una “piattaforma di smaltimento per rifiuti industriali”(Nella foto uno degli archi della monumentale Fontana Japasseri, esempio di beni artistico non valorizzato, esclusa com’è dal Parco fluviale che arriva solo a pochi metri).
Mentre altrove si destinano risorse per rivitalizzare il tessuto industriale esistente e per l’insediamento di attività eco-compatibili, quali ad es. industrie agroalimentari e conserviere, la Valle Peligna, ridotta ad un cimitero di capannoni vuoti, – sottolineano i “Comitati” – viene candidata a diventare la pattumiera d’Abruzzo, dove concentrare proprio i rifiuti più pericolosi per la salute umana e l’ambiente, quelli di origine industriale, magari chiudendo la “filiera” con un bell’inceneritore. In un territorio come il nostro, crocevia del sistema dei Parchi, di elevata qualità ambientale e con ben 7 “Borghi più belli d’Italia” sui 17 esistenti in Abruzzo, i limitati fondi pubblici disponibili non possono che essere indirizzati verso la difesa e la valorizzazione del nostro “capitale” naturale, storico e culturale. Il principio guida dei progetti da porre in essere deve essere quello della sostenibilità ambientale. Essi, pertanto, dovranno essere caratterizzati dalla riconversione in senso ecologico dell’economia, in riferimento sia alle strutture produttive che al campo dell’energia, alla gestione del territorio e ai modelli di consumo. Tali progetti dovrebbero privilegiare la difesa dei beni comuni come l’aria, l’acqua e il suolo; la salvaguardia del territorio attraverso interventi di ripristino, bonifica e riqualificazione; la prevenzione dei rischi naturali e quindi la messa in sicurezza, rispetto al rischio sismico, del territorio e dei centri storici; la riqualificazione e ristrutturazione ecocompatibile del patrimonio edilizio esistente, a cominciare da quello pubblico, attraverso interventi diretti al risparmio e alla efficienza energetica; la valorizzazione delle eccellenze esistenti nel nostro comprensorio, intese quali produzioni tipiche e biologiche, artigianato di qualità, musei , centri ambientali, tradizioni popolari, al fine di incentivare una domanda turistica che sia capace di crescere e consolidarsi, non sull’effimero, ma proprio su quei valori e su quelle risorse che costituiscono le fondamenta del nostro futuro e che possono concretizzarsi in opportunità di lavoro per i giovani.
Riteniamo che il nostro comprensorio, per le sue caratteristiche, possa essere un importante laboratorio per mettere all’opera team interdisciplinari di professionisti (pensiamo in primo luogo a giovani laureati e diplomati e a tecnici disoccupati) capaci di elaborare, a livello di area vasta, progetti innovativi basati sulla sostenibilità ambientale e quindi in grado di generare nuova occupazione attraverso un tessuto di imprese locali e diffuse sul territorio.”
Sotto il profilo strettamente politico, i “Comitati” fanno risaltare come la riunione indetta per oggi in Comune e presieduta da Cristian La Civita sia stata disertata da tutti i consiglieri comunali, tranne il dott. Silverio Gatta.