UNA NAVETTA PER SOLCARE LE ACQUE DEL NUOVO TRIBUNALE AQUILANO

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SI INAUGURANO GLI UFFICI RICOSTRUITI E MANCANO PURE I PARCHEGGI

28 SETTEMBRE 2015 – E’ stato attivato il servizio di navetta presso il parcheggio della Corte di Appello dell’Aquila di Via Pile con trasporto gratuito dei passeggeri sino al Palazzo di Giustizia di Via XX Settembre dove ha sede il Tribunale. Le partenze della navetta sono  previste ogni 15 minuti.

Non sono riusciti neppure a fare un parcheggio contiguo al tribunale e pretendono di portare tutti i tribunali della provincia in quell’angolo inospitale dove si ripeterà fra qualche centinaio di anni un terremoto distruttivo (tanto non sono affari loro, pensano con il metro dei miopi). Oltre tutto, il termine “navetta” deve essere stato suggerito da quel lago perenne che rifulge accanto al tribunale ricostruito ed esattamente nell’area destinata “ai tribunali di Avezzano e Sulmona”, come disse il sindaco Cialente dimostrando di aver capito tutto di accorpamento nel tribunale dell’Aquila avente competenza su tutto il territorio provinciale (nella foto la parte… sulmonese e marsicana del tribunale secondo la efficace destinazione di Cialente: tra armature arrugginite e cemento sgretolato, non si vede l’ora del completamento dei lavori per ovviare ad un lago sempre rifiorente e in fondo si notano pure i piloni stile Mose di Venezia).

Questa è la ricostruzione che vogliono gli Aquilani: tenere gli uffici di rilevanza anche provinciale e regionale e lasciare al caso le strutture che in ogni altra parte d’Italia (per esempio: al tribunale di Pescara) sorreggono e assistono l’utenza. Hanno ricostruito un tribunale che non ha un parcheggio e si illudono che possa bastare un’area appena sufficiente, nei giorni di udienza, a recepire le auto di tutti coloro che, avvocati e clienti, debbono recarsi alla Corte d‘Appello.

E del resto, con una casa dello studente da operetta, ricavata da un condominio con tanto di ripartizione in “appartamenti borghesi” (come disse il PM nella requisitoria del processo per la morte di otto studenti il 6 aprile 2009), L’Aquila pensava di aver risolto il problema della ospitalità dei fuori-sede, ovviamente lucrando sugli affitti che, per necessità, tutte le altre centinaia e migliaia di studenti dovevano reperire.

Ma ci sarà un governo nazionale che porrà un limite a tale impudenza?

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