UNA VOLPE DEL COGESA RIPRESA A BUGNARA

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SI AGGIRAVA AL VECCHIO LAVATOIO PRIMA DELL’ORDINANZA DEL SINDACO PER IL RAZIONAMENTO DELL’ACQUA

22 GIUGNO 2024 – Chissà cosa vorranno dire gli animali selvatici avvicinandosi tanto a città e case e stazioni ferroviarie nel primo giorno d’estate. Dopo il riccio che cercava riparo nella stazione, una volpe in piena salute se ne stava all’ex lavatoio di Bugnara poco prima della mezzanotte ieri sera. Forse già sapeva che da mezzanotte sarà sospeso il flusso di acqua e andava a dissetarsi. Poi è anche sfrecciata tagliando la strada, ma l’otturatore dell’obiettivo, inadatto (mica si può avere sempre una Canon al seguito…), ha preso poco più di un’ombra.

E’ proprio così: da mezzanotte alle sei il sindaco di Bugnara ha disposto che i rubinetti rimarranno a secco. I meno giovani ricorderanno che fino agli ultimi anni Sessanta Sulmona rimaneva a  secco dalle 22 alle 6; si diffuse la moda dei grandi serbatoi, poi abbandonata perché contiene più microbi un serbatoio con acqua  ferma di un intestino di un bue.

La volpe, proprio perché tale, lo sapeva con anticipo rispetto a tutti i giornali, anche on line, della Valle Peligna. Ci ha domandato come si può, anche senza aver frequentato volpi, non avvertire aria di imbroglio nella favoletta dell’autocombustione. E ci ha anche incaricato di dire a Sposetti, nuovo amministratore del Cogesa, che andasse a parlare a casa sua di allarmismo se vede bruciacchiarsi il camino dalla taverna al tetto. Poi, riprendendo il filo delle cose serie, ci ha confessato che non si avventura in fiumi e ruscelli perché pullulano di cinghiali.

Ad ascoltarli, nelle loro preoccupazioni e nelle loro precauzioni, gli animali alle porte di due Parchi nazionali qualcosa vorranno dirla: per esempio, che sarebbe il caso di mettere mano agli acquedotti, perché alla siccità non si può credere in una valle che è confluenza di quattro o cinque bacini idrografici. Solo che per rifare gli acquedotti ci vuole una sapienza un po’ superiore di quella che i sindaci del circondario hanno dimostrato facendo accumulare centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti, assecondando il disegno degli amministratori del Cogesa di ingigantire i bilanci, di assumere, di spendere. Mentre vedevamo oscillare la pomposa coda tra le sterpaglie al di là del lavatoio, ci ha confessato di essere uno dei componenti del consiglio di amministrazione del Cogesa e di aver parlato proprio lei, da volpe, per convincere Gianfracchia Di Piero a votare il bilancio e garantire un altro giro di giostra alle colleghe volpi e volpine, tradendo ogni impegno elettorale: “Mai potevo credere – ha concluso – che cascasse nella trappola che avevo architettato facendo promettere che Guerra e il consiglio di amministrazione si sarebbero dimessi dopo l’approvazione del bilancio”.

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