VIVERE DI GIORNALISMO IN PROVINCIA

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UN TESTO DI “CIRCOLO LETTERARIO” E UNA CONFERENZA ALL’ARCHIVIO DI STATO 

31 OTTOBRE 2015 – La Deputazione abruzzese di Storia patria e l’Università della Libera Età di Sulmona hanno presentato ieri all’Archivio di Stato (ex convento di San Nicola, vicino a Sant’Antonio), il libro “Angelo Maria Scalzitti, poeta scrittore giornalista”, da poco pubblicato per raccogliere alcuni scritti dell’intellettuale più attivo nella seconda metà del Novecento. Tra gli altri, c’è questo “Saluto al Direttore”, che apriva il primo (nella foto del titolo con una immagine di Pacentro) dei numeri di “Circolo Letterario” pubblicati dopo la morte di Angelo a dicembre 1975. Avevo venti anni e da poco più di un anno ero iscritto all’Ordine dei Giornalisti; fui chiamato a dirigere la rivista dalla sorella di Angelo, la signora Marcella.

“Un doveroso adempimento legale ha portato al cambiamento della Direzione del giornale. Senza direttore responsabile un periodico non può essere pubblicato: d’altra parte non si voleva che il discorso con i lettori fosse interrotto così improvvisamente come d’improvviso si è spezzato il filo della vita che teneva legato Angelo Scalzitti ai suoi collaboratori.

Per la prima volta, dunque, dopo quindici anni “Circolo Letterario” esce privo del suo autentico direttore, dell’animatore che lo ha condotto nelle buone e nelle cattive circostanze, per tanto tempo dopo averlo rilevato sul finire degli anni Cinquanta.

Alle prime esperienze con il mondo del giornalismo, Angelo Maria Scalzitti fu affascinato dall’idea di pubblicare a Sulmona un periodico di cultura, unico nel suo genere e capace di rappresentare tutte le istanze provenienti da un ambiente vivo e sempre attento. Il suo progetto avventuroso fu concepito in età giovanissima, cosicchè sebbene egli ci abbia lasciati a poco più di quarant’anni, pure ha avuto il modo di esprimere almeno in parte le doti che accompagnavano la sua personalità. Parlare solo di Scalzitti giornalista significa dimenticare (ed è difficile farlo) tutti gli elementi umani che lo rendevano sempre disponibile verso il prossimo, in una posizione di continua apertura per le amicizie più diverse; dimenticare un profondo conoscitore dell’ambiente storico di una certa provincia ricca di stimoli per chi vuol operare nell’ambito della cultura. Significa dimenticare lo scrittore che nel pessimismo di alcune sue opere è riuscito a narrare le esperienze che coinvolgono l’uomo del nostro tempo; dimentichiamo il cultore delle arti che, giungendo ad una realizzazione pratica del programma che lo animava, creò il “Premio Sulmona delle Arti”; dimentichiamo il cittadino che offrì la sua adesione ad un partito politico con il nobile intento civico di contribuire a farne un gruppo in continua innovazione e sempre aderente alla realtà politica cittadina.

Limitiamoci ad analizzare su queste colonne la figura di Scalzitti giornalista-editore di “Circolo Letterario” e de “Il Corriere del Giorno”. Già da questa analisi traspare la portata del suo messaggio pubblicistico: egli per primo ha creato un organo di informazione che fosse in alternativa a quelli stereotipati già esistenti e ne ha potenziato un altro che sapesse registrare tutti i fermenti di vita cittadina. Nelle sue intenzioni, una casa editrice sulmonese doveva essere il punto di riferimento per quelli che da fuori guardassero alla cultura della città d’Ovidio: doveva essere, inoltre, un punto di collegamento con tutte le altre esperienze giornalistiche simili nell’Italia di oggi.

Per questo egli è stato un pioniere, un autentico scopritore della carta stampata nell’ambito in cui la sua attività si è svolta negli anni passati. Le difficoltà incontrate da Scalzitti sono note a tutti gli altri perché sono le stesse nelle quali si trovano simili esperimenti giornalistici nel Paese. A tutti questi è comune un dato di fatto: o essi si reggono sul talento di un conduttore che sappia essere un factotum dell’impresa e che sia animato da una inesauribile passione di studioso, oppure non si reggono affatto. Ricercare i motivi di queste situazioni non è facile: certo, però, non ci allontaniamo dalla verità se li ravvisiamo nell’atteggiamento degli organi di governo riguardo alla riforma editoriale. Gli interventi per il sistema giornalistico italiano o sono intempestivi o sono orientati in base a criteri approssimativi;  molto spesso non c’è spazio per i piccoli giornali.

Una azienda giornalistica di provincia che oggi non sia legata ad un gruppo di potere politico è destinata a scomparire oppure ad essere compressa in una limitata zona di influenza.

In tale contesto l’iniziativa di A.M. Scalzitti acquista vieppiù il suo valore, che è quello di una voce alternativa e di un baluardo per la libertà di espressione anche delle piccole voci, delle più minute componenti del complesso giornalistico. In effetti, nonostante tutte le difficoltà (dovute per lo più alla necessità di far quadrare un bilancio d’azienda che presentava elevati costi di gestione e di materie prime) l’ultimo periodo di amministrazione del periodico ha del miracoloso: Scalzitti si era dedicato ad un ambizioso programma di rilancio pubblicando testimonianze del massimo interesse storico, come “La città di Sulmona” di Francesco Sardi de Letto e “Il Quarantatrè”: l’oggetto di entrambe, ancora una volta, è la città che lo ha visto maturare e che lo ha accolto in tutte le sue iniziative migliori.

Ironia della sorte, proprio questo ultimo tentativo di affermare definitivamente la testata di “Circolo Letterario” stava dando risultati imprevisti e concedeva all’editore di pensare con tranquillità al futuro del Giornale. Anche per questo avremmo voluto che Scalzitti non fosse scomparso così presto: avremmo voluto che a lui fosse stata concessa un’ultima “chance”, nella sicurezza che la sua instancabile applicazione laboriosa avrebbe dato esito del tutto favorevole.

Scalzitti rimane fra quelli che in Sulmona ricorderemo: può essere una magra consolazione, se volgiamo il pensiero alla possibilità di vederlo ancora fra noi a dirigere questo giornale. Ci conforta però il fatto che tanto egli si immedesimò in queste colonne da rendere impossibile oggi la separazione di “Circolo Letterario” dal suo autentico direttore.

Sebbene di suo sia riportata solo un’intervista, l’ultima che egli realizzò, tutto il numero è permeato della forte personalità giornalistica di Angelo Maria Scalzitti”.

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