ORLANDO ADEGUA LE PIANTE ORGANICHE ALLE SOPPRESSIONI E DOMANI IN REGIONE RITORNA L’ARIA FRITTA
16 DICEMBRE 2016 – Il Ministro della giustizia, Orlando, mercoledì 7 dicembre scorso ha varato il decreto per rideterminare le piante organiche dei giudici negli uffici di primo grado e per l’Abruzzo non ha inserito nessuno oltre ai tribunali dei quattro capoluoghi.
Domani è fissato un incontro alla sede della Regione di Pescara in Viale Bovio per “coordinare” le iniziative di quella che è stata definita, in pompa magna, la madre di tutte le battaglie utili alla conservazione dei tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto.
Due sono gli aspetti da considerare: quella che viene riportata con grande risalto dalla stampa di oggi non è una grande notizia. E’ logico che, con una legge che sancisce la soppressione dei tribunali, il Ministro non può fissare piante organiche di giudici per quei tribunali. I giudici andrebbero a fare udienza sotto ai portici?
Sotto un altro aspetto, invece, Orlando ha detto sottovoce a L’Aquila, sperando di non essere sentito oltre San Gregorio e Bagno piccolo, che non ci saranno proroghe per i tribunali in Abruzzo. Poi è stato sentito oltre San Gregorio e Bagno piccolo e qualcuno del suo partito, senza che il ministro smentisse quanto detto, si è arrampicato a interpretare quello che era chiaro e non diversamente interpretabile: “In claris non fit interpretatio” diceva Ovidio quando studiava per diventare avvocato. Quindi la notizia seria è questa: un ministro, che sta al vertice dell’amministrazione della Giustizia, ha detto che non ci saranno proroghe; collegando questa alla notizia che né la sen. Stefania Pezzopane, né la sen. Paola Pelino hanno proposto una legge per revocare le soppressioni previste da quella approvata nel 2011, si ha il risultato che il ministro non può approvare piante organiche per uffici che non ci sono. Pitagora non poteva essere più chiaro.
Ragionando diversamente, si potrebbe consentire che i cialtroni della prossima campagna elettorale affermeranno di voler ricostituire la reale corte criminale borbonica, oppure il giudice di prima classe che dava sentenze a Sulmona. Per migliore chiarezza: chiunque in campagna elettorale dirà che i tribunali abruzzesi nelle città non capoluogo si salveranno dalla soppressione ha la stessa credibilità di chi vuole re-istituire una corte borbonica, che tra l’altro era molto più tecnicamente preparata e umanamente giusta dei tribunali di adesso, tanto è vero che, per rimanere a fatti di Sulmona, mandò assolto Panfilo Serafini quando non c’erano prove a suo carico.
La riunione di domani in Regione non andrà molto più in là di una parata per mettere in campo le migliori intenzioni: sortirà il solito documento per la salvaguardia dei tribunali, come accade da una decina di anni a questa parte e servirà a tenere calda la tensione per poter usare il jolly della speranza durante la prossima campagna elettorale. Di persona disposte a far finta di crederci si troveranno sempre; ma la verità è già scritta e si chiama legge dello Stato per niente modificata dai parlamentari del territorio. Figuriamoci da quelli della Sicilia o del Piemonte…